Il IV Rapporto Apat sulla qualità dell’ambiente urbano, presentato la scorsa settimana nella sede romana dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, ha messo in evidenza il calo delle emissioni da trasporto nelle città italiane, sebbene la situazione della qualità dell’aria rimanga critica.
Per quanto riguarda il verde pubblico a disposizione dei cittadini, è stato messo in rilievo un incremento in tutte le 24 città italiane sopra i 150mila abitanti, con l’eccezione di Messina: Napoli ottiene i risultati migliori, con una crescita del 19,5% tra 2000 e 2006, seguita da Cagliari con l’8% e Torino col 5,6%. Al 2006, la percentuale di verde pubblico a Cagliari è il 53% della superficie cittadina, mentre a Verona il 46% e a Palermo il 34%: valori molto bassi invece a Taranto, Foggia, Messina, Bari e Reggio Calabria. Negli ultimi sette anni la disponibilità per abitante è aumentata di 23 m2 a Napoli (da 5 a 28 m2 ), anche se Verona è la città che ne ha di più in assoluto, con 363 m2 a persona, seguita da Cagliari con 282 m2.
Un secondo aspetto sottolineato nel Rapporto riguarda il numero dei veicoli che continua a crescere, anche se in modo non omogeneo. Dal 2000 al 2006, Milano ha registrato un calo del 9%, mentre in molte città del sud è cresciuto il numero di auto, in linea col trend nazionale: Taranto aumenta del 10,9% mentre Napoli fa eccezione, con una diminuzione del 6,1%. Tra le 24 città, Roma, è quella con più auto ogni mille abitanti anche se nell’ultimo anno è scesa a 699 veicoli (-4,5%); a Nord il record spetta a Modena, con 651 vetture e al sud il valore maggiore è quello di Catania (680).
È aumentato il numero di auto a basse emissioni, con le Euro 4 che superano il 10% in tutte le città, con il valore più alto a Roma (24,6%), dove in sei anni sono aumentate del 129%.
I dati sulle emissioni di PM10 dimostrano che il “trasporto su strada” è il principale fattore di inquinamento in 19 delle 24 città considerate. In 11 città il suo apporto supera il 50% del totale e a Roma, Torino e Messina è superiore al 60%. Anche per quanto riguarda gli ossidi di azoto, in 18 città la metà o più delle emissioni sono dovute al traffico, con eccezioni a Venezia e Taranto, dove è l’industria a ricoprire la parte maggiore nell’inquinamento, rispettivamente con il 74% e il 91%. Stesso discorso per monossido di carbonio e benzene, mentre gli ossidi di zolfo arrivano soprattutto dall’industria, anche se a Napoli (63%), Cagliari e Palermo (entrambe 77%), la gran parte delle emissioni arriva dai porti.
In diminuzione il consumo d’acqua per uso domestico nelle città, sceso dai 75,3 m3 del 2000 ai 69,4 del 2006, anche se rispetto al 2005 è rimasto pressoché invariato. In particolare, la diminuzione risulta più accentuata a partire dal 2002 soprattutto al Sud (Bari, Taranto, Reggio Calabria e Catania), dove ha senz’altro contribuito l’adozione di misure di razionamento.
Nelle 24 città analizzate, nel 2006 il consumo pro capite di gas metano per uso domestico e riscaldamento ha registrato in media un aumento percentuale del 6,7% rispetto al 2000.
Sono diminuiti in quasi tutte le grandi città gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, con l’eccezione di Brescia. Riduzioni importanti, rispetto al 2001, a Modena, dove sono calati del 75%, a Milano del 66% e a Torino del 50%; va tenuto però presente che tali variazioni sono influenzate anche dall’evoluzione della normativa nel periodo considerato, che ha modificato la classificazione per gli stabilimenti a rischio.
Generalmente pulito il mare delle principali città italiane e delle loro province, con il 91,3% delle acque costiere risultate idonee alla balneazione. Dagli esami effettuati tra 2006 e 2007 in 63 punti della costa intorno alle aree urbane, la situazione appare critica a Roma e a Manfredonia (Foggia), mentre il mare è di qualità media a Genova, Livorno, Napoli e Bari. Alto o medio alto, invece, il livello riscontrato a Trieste, Venezia, Cagliari, Taranto, Reggio Calabria, Palermo, Messina e Catania.
Il presidente dell’APAT, Giancarlo Viglione, commentando i dati presentati nel Rapporto ha ricordato che anche se in “la qualità dell’aria è migliore rispetto ad altre realtà, non significa che sia buona, visto che le emissioni calano, ma ad esempio il settore dei trasporti continua a creare problemi”. I dati di sicuro indicano “una maggiore sensibilità da parte di istituzioni e cittadini, di cui si iniziano a vedere i primi effetti, andando verso un miglioramento generale delle condizioni di vita nelle città”. È però necessario continuare con determinazione su questa strada.
Tra gli enti locali che hanno registrato i migliori risultati, specie per il verde pubblico, c’è Cagliari, il cui sindaco Emilio Floris ha rivendicato “politiche di area vasta, dedicate non solo alle città ma anche agli agglomerati urbani che le circondano, i cui destini non possono essere separati, perché si lavora tutti insieme o si è condannati”.
Il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni ritiene “essenziale un coordinamento tra le varie istituzioni, che consenta di tutelare l’ambiente e al tempo stesso la grande attività economica che caratterizza l’area padana”. È quello che il Presidente rivendica per la sua regione, dove sono state adottate “politiche strutturali e di contesto, che coniughino urbanizzazione e mobilità, in particolare a Milano e Brescia, anche se negli ultimi 18 mesi è stato adottato un più vasto patto d’azione sull’ambiente, che coinvolge tutte le altre regioni del nord”.
Anche Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha commentato i dati presentati nel Rapporto: “I dati contenuti nel Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano sono importanti, perché riferiscono di un Sistema agenziale attivo, nei confronti del quale c’è la volontà di un rilancio e di un sostegno sempre maggiori”.
Fonte: APAT