L’Anci spinge per le infrastrutture energetiche

Energie rinnovabili di Marco Zibetti
L’Associazione conviene con il Governo sulla necessità di ridurre i tempi e velocizzare le procedure per la realizzazione di infrastrutture energetiche


All'Assemblea di Montecitorio nella giornata di ieri, Elio Vito, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha annunciato che il Governo ha posto alla Camera la questione di fiducia sul proprio maxi-emendamento al Decreto Legge Anticrisi.

Il Presidente della Camera Gianfranco Fini negli scorsi giorni aveva dichiarato tale maxi-emendamento “ammissibile” ad esclusione di un “seppur limitato numero di disposizioni, integrazioni e correzioni, oltre a due emendamenti presentati in commissione”.

Ieri, dopo una lunga e scrupolosa valutazione del testo da parte dei tecnici, il Presidente Fini ha tolto dal testo due norme inserite in corso d'opera dal governo ma non affrontate nella discussione in commissione, una sulle reti di energia e l'altra sugli studi di settore.

A seguito dell’approvazione del Decreto Anticrisi da parte delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, il presidente della Commissione Ambiente dell’Anci - nonché sindaco di Scansano - Flavio Morini aveva così commentato: “Siamo assolutamente d’accordo che si riducano i tempi e si velocizzino le procedure per la realizzazione di infrastrutture energetiche”.

Il presidente della commissione Ambiente dei Comuni ha sottolineato che l’Anci “ritiene essenziale lo sviluppo di infrastrutture energetiche anche da fonti rinnovabili” così come previsto dal Dl Anticrisi, evidenziando però la necessità che gli enti locali vengano coinvolti attivamente nelle decisioni che riguardano i loro territori.

Questa presa di posizione da parte dell’Anci è arrivato dopo l’intervento del Ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo contro l’articolo 4 del Dl Anticrisi: tale articolo secondo il Ministro, rischia di privare il suo Ministero e gli enti locali del loro ruolo nelle scelte decisive per l’ambiente.

Le competenze fondamentali del Ministero dell’Ambiente, quelle che riguardano le autorizzazioni, verrebbero infatti commissariate e trasferite altrove, affidando i poteri a commissari straordinari. La prima versione dell’articolo puntava a commissariare tutti i Ministeri ma poi in Consiglio dei Ministri la norma è stata cambiata ed è rimasta solo la parte relativa al ministero dell’Ambiente.

Secondo il Ministro “questo significa che anche la Valutazione d’impatto ambien¬tale di una centrale nucleare sarà nelle mani di un commissario… In una sola persona si concen¬trerebbero poteri attribuiti a organi col¬legiali secondo norme dell’Unione eu¬ropea, come la V.I.A. ma anche l’Autoriz¬zazione Integrata Ambientale”.

I commissari della Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A), al contrario del commissario straordinario previsto dall’art. 4, sono tutti esperti di alto livello scientifico; inoltre è bene ricordare che i costi della V.I.A. non ricadono sui contribuenti ma sono a ca¬rico delle Aziende.

Confindustria, invece, si è dichiarata d’accordo con la norma, infatti sebbene riconosca “al Governo e in particolare al Ministro dell’Ambiente, dopo due anni di impasse totale, il lavoro svolto in questo anno, che ha portato al rapido sblocco e completamento dei processi autorizzativi di infrastrutture energetiche strategiche per il Paese”, l’associazione degli industriali “ritiene che lo sviluppo infrastrutturale del Paese costituisca un volano fondamentale per la ripresa economica in questa fase congiunturale.

Nel settore dell’energia da troppi anni veti locali hanno impedito la costruzione di infrastrutture essenziali per ridurre il gap di competitività del nostro Paese rispetto ai principali competitor internazionali”.

Di conseguenza Confindustria ha espresso il suo appoggio “alle procedure straordinarie previste dall’articolo 4 del decreto anticrisi” che vanno “viste in una logica di sinergia e complementarietà per attuare urgentemente, data la gravità della crisi economica, gli indirizzi di politica industriale del Governo”.

Solidali con il Ministro Prestigiacomo il leader dell’Udc, Casini e il sottosegretario Giovanardi (Pdl) il quale ha affermato: “Il ministro Prestigiacomo ha ragione da vendere quando sottolinea come decisioni di grande importanza politica, vengono assunte senza discussione nella maggioranza e nel governo con la giustificazione della semplificazione legislativa”.

Il senatore Roberto Della Seta (Pd) ha sottolineato come da mesi avesse sollecitato un atteggiamento diverso del Governo nei confronti dell’ambiente: “Il ministro Prestigiacomo ha ragione, non è questione di schieramento ma di buonsenso: è una follia estromettere il ministero dell’Ambiente dalle scelte sulla realizzazione degli impianti energetici.

Mi auguro che il governo ci ripensi”. La portavoce dei Verdi Grazia Francescato ha così dichiarato: “L’articolo 4 del decreto anticrisi è il colpo di grazia al ministero dell’Ambiente che, di fatto viene svuotato di tutte le sue prerogative. È la dimostrazione di come si voglia sottrarre ad ogni controllo ed obiezione la follia nucleare, antiambientale ed antieconomica, in cui questo governo si sta irresponsabilmente imbarcando”.

Fa bene il ministro Prestigiacomo a puntare i piedi e a denunciare il grave attentato alle competenze del ministero dell’Ambiente a seguito dell’emendamento introdotto nel provvedimento anticrisi, che renderebbe inattuabili le valutazioni ambientali, obbligatorie anche ai sensi delle normative comunitarie, in tema di produzione energetica e di rete elettrica” hanno commentato le associazioni ambientaliste Wwf, Italia Nostra, Fai e Lipu.

Non si tratta di difendere il ruolo del Ministro, quanto di sottolineare come, se passasse questo emendamento, verrebbe svuotato il senso stesso del ministero dell’Ambiente - dichiarano gli ambientalisti - che è certamente di indirizzo rispetto ai temi della conservazione e dello sviluppo sostenibile, ma altrettanto certamente di verifica e di controllo per quanto riguarda gli impatti ambientali e le incidenze delle attività produttive sui sistemi naturali e più in generale sull’ambiente”.

Certamente, come sottolineato da Wwf, Italia Nostra, Fai e Lipu “in questo campo risulta essere di estrema delicatezza tutta la tematica nucleare che comporta, in caso di incidente, potenziali problemi di inquinamento che potrebbero durare numerosi decenni se non secoli”.

Il voto di fiducia sul maxi-emendamento al decreto legge anticrisi è previsto per oggi alle 18,40 mentre il voto finale sul provvedimento ci sarà martedì prossimo alle 13. Il decreto legge passerà poi al Senato. Il via libera al Dl anticrisi in Senato è previsto, invece, entro domenica 2 agosto e al momento si pensa che potranno esserci degli interventi, tra le altre questioni, anche sull’articolo 4 fortemente contestato dal Ministro Prestigiacomo.


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