Katowice ha ospitato la Conferenza sul clima COP24. L’esito suscita la profonda delusione di Legambiente, evidentemente insoddisfatta dalla risposta dei Governi. Scopriamo perché.
“La COP24 - commenta il presidente nazionale Stefano Ciafani - non è riuscita a concordare un chiaro impegno di tutti i paesi a rafforzare entro il 2020 gli attuali obiettivi di riduzione delle emissioni in linea con la soglia critica di 1.5°C, ad adottare un efficace quadro normativo, il cosiddetto Rulebook, in grado di dare piena attuazione all’Accordo di Parigi e a garantire un adeguato sostegno finanziario ai paesi in via di sviluppo che devono far fronte a devastanti impatti climatici. Risultato debole e in forte contrasto non solo con il grido di allarme lanciato dall’IPCC, ma anche con la crescente mobilitazione dei cittadini, soprattutto giovani, che in ogni angolo del pianeta chiedono una forte azione globale in grado di fronteggiare la crisi climatica che stiamo vivendo. I prossimi due anni devono servire a costruire partnership capaci di raggiungere il livello di ambizione che la scienza ritiene indispensabile per superare la crisi climatica”.
In questa Cop24l’Europa ha tentato di costruire alleanze con altri paesi in grado di raggiungere un accordo ambizioso. Purtroppo senza successo per l’incapacità di molti governi europei di fare significativi passi in avanti nel sostegno finanziario ai paesi più poveri e vulnerabili. Per l’associazione ambientalista il Rulebook adottato a Katowice, se da una parte rappresenta un segnale importante, dall’altra parte presenta delle lacune che andranno colmate entro il 2020, in modo che l’Accordo di Parigi possa essere pienamente operativo alla sua entrata in vigore. Tuttavia non va dimenticato che l’Europa, insieme a paesi emergenti e in via di sviluppo, ha promosso la Coalizione degli Ambiziosi che a Katowice si è impegnata ad aumentare entro il 2020 gli obiettivi di riduzione delle emissioni sottoscritti a Parigi, costituendo un importante esempio che va subito valorizzato ed esteso.
"Ora non sono possibili ulteriori rinvii. Serve - aggiunge Ciafani - un forte protagonismo dell’Europa in vista del Summit sul Clima, convocato dal Segretario Generale dell’ONU Guterres per il prossimo settembre 2019 a New York, che deve valutare lo stato di avanzamento del processo di revisione degli attuali impegni, da concludersi entro il 2020 secondo quanto previsto dall’Accordo di Parigi. Ben prima del Summit l’Europa, con il pieno sostegno dell’Italia, deve rivedere il suo obiettivo al 2030, in coerenza con la soglia critica di 1.5°C, andando ben oltre il 55% di riduzione delle emissioni proposto già da diversi governi e dall’Europarlamento, in modo da essere per davvero il pilastro di una forte e sempre più larga Coalizione degli Ambiziosi in grado finalmente di tradurre in azione l’Accordo di Parigi”.