Le Statistiche Catastali, pubblicazione annuale curata dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia, in collaborazione con la Direzione centrale Servizi Catastali, Cartografici e di Pubblicità Immobiliare, scattano una fotografia del patrimonio immobiliare italiano.
Aumenta il numero di immobili presenti nelle banche dati del Catasto italiano. Sono quasi 75 milioni le unità registrate negli archivi catastali dell’Agenzia delle Entrate, di cui 65 milioni censite nelle categorie catastali ordinarie e speciali, con una rendita attribuita pari a 37,3 miliardi di euro, per la maggior parte (61%) relativa ad immobili di proprietà delle persone fisiche.
Lo stock immobiliare italiano - Nel 2017 lo stock immobiliare italiano è aumentato dello 0,8%, con circa 548mila unità in più rispetto al 2016. Gli intestatari sono per circa l’88% persone fisiche. Rispetto all’anno precedente, crescono del 3,2% gli immobili censiti nel gruppo F (unità non idonee a produrre reddito), dell’1,6% gli immobili a destinazione speciale e dello 0,9% quelli a destinazione particolare del gruppo E. In aumento le unità immobiliari ad uso collettivo (+1,2%), quelle censite come negozi e pertinenze all’interno del gruppo C (+1,1%) e le abitazioni (+0.3%), mentre diminuisce il numero di uffici (-0,2%).
Come cambiano le abitazioni - Le unità immobiliari censite come abitazioni sono quasi 35 milioni, circa 114mila unità in più del 2016 (+0,3%). In particolare, rispetto all’anno precedente, aumentano il numero dei villini (+1%), le abitazioni e gli alloggi tipici dei luoghi (+2,2%) e le abitazioni classificate come civili ed economiche (rispettivamente +0,7% e +0,4%). Diminuiscono, invece, le abitazioni signorili (-1,6%), le abitazioni popolari (-0,3%), le ville (-0,7%), i castelli e i palazzi di pregio (-0,8%) e, con tassi superiori al 2%, le abitazioni di tipo ultrapopolare e rurale (rispettivamente -2,3% e -2,5%).
Rendita catastale complessiva in crescita - Dopo il calo dell’1,1% dello scorso anno, la rendita catastale torna a crescere dello 0,4%. L’aumento interessa tutti i gruppi ad eccezione del gruppo E, dove la rendita arretra dell’1%, e delle unità immobiliari adibite ad uffici (A/10), in calo dello 0,6%.