Il convegno sulla Zama, organizzato da ASSOFOND, la Federazione Nazionale Fonderie aderente a Confindustria, tenutosi sotto una pesante nevicata il 28 novembre a Lodi, presso la sede della Banca Popolare di Lodi progettata da Renzo Piano, ha registrato un inatteso successo di pubblico.
Questa interessante lega è impiegata oggi in grandi quantità (oltre 80.000 tonnellate di getti all’anno) in molti settori, dall’industria meccanica a quella dei mezzi di trasporto, dalla bigiotteria all’edilizia, all’elettronica, al tessile, alla telefonia, all’illuminotecnica etc.
Le 80.000 tonnellate di produzione annua posizionano l’Italia al primo posto tra i produttori europei di Zama. La facilità di lavorazione ottenuta per pressofusione la rende un materiale estremamente versatile per l’industria e i designer del nostro Paese. Per illustrare le qualità della lega ai progettisti, il moderatore della sessione mattutina, l’architetto Giulio Iacchetti, Compasso d’Oro 2001 per la posata biodegradabile Moscardino, ha catturato la platea con esempi di design, di grandi marchi Italiani ed esteri, che vedono la Zama protagonista. Iacchetti ha anche evidenziato l’opportunità di considerare la Zama una “materia nobile” come l’alluminio o le materie plastiche, più frequentemente citate solo perché più in voga tra il pubblico dei non addetti ai lavori.
L’intervento di Iacchetti, come quello degli altri relatori, ha puntato i riflettori sullo scarso appeal della Zama, dovuto tuttavia più a questioni di marketing che a ragioni oggettive: questa lega, infatti, è un materiale ricco di qualità e valido anche più di altri materiali “gettonati” come l’alluminio e le pastiche.
Il Convegno è stato il primo passo voluto da ASSOFOND, all’interno del progetto “Zama, quando e perché”, per restituire il corretto posizionamento della Zama sul mercato dei materiali. Nel corso del pomeriggio, si sono susseguiti interventi rivolti agli addetti alle fonderie: sono state presentate le ultime novità per quanto riguarda le tecnologie di pressofusione, con un momento dedicato ai prodotti finanziari e bancari studiati per compensare e attutire le oscillazioni delle quotazioni borsistiche dello Zinco, elemento già particolarmente competitivo nei confronti dei materiali “concorrenti” più costosi quali l’acciaio e l’alluminio.
Con il nome di Zama (acronimo ricavato da tre dei suoi principali componenti: Zinco, Alluminio e Magnesio) si indica un gruppo di leghe a elevato tenore di zinco, particolarmente indicate per la produzione di particolari con forme molto complesse in settori merceologici estremamente diversificati. Le leghe Zama sono composte in gran parte da Zinco, per il 4% circa da Alluminio e da una percentuale variabile di Magnesio e Rame. Le diverse proporzioni di questi metalli consentono di ricavare le leghe più adatte all’impiego desiderato.
La Zama è caratterizzata da un'ottima conducibilità elettrica e termica, resistenza meccanica e durezza, un'elevata stabilità dimensionale e capacità di creare anche piccoli spessori, può subire lavorazioni a freddo dopo lo stampaggio con estrema sicurezza, gode di un'eccellente resistenza alla corrosione e capacità di essere trattata galvanicamente in qualsiasi modo (cromatura, zincatura, doratura, nichelatura, ramatura, ecc.) allo scopo di proteggere la superficie e migliorarne l’estetica.
Il costo delle leghe Zama è strettamente legato all’andamento dei prezzi dello Zinco, particolarmente competitivo nei confronti dei materiali “concorrenti” più costosi quali l’acciaio e l’alluminio. Anche per aspetti legati alla lavorazione la Zama si dimostra più conveniente rispetto all’alluminio: il processo di fusione e solidificazione è infatti complessivamente più veloce, dal momento che la lega fonde a temperature più basse rispetto all’alluminio (circa 350 °C), richiedendo quindi meno energia per raggiungere il punto di fusione, e si raffredda più rapidamente.
La pressocolata di Zama, inoltre, genera dei componenti molto precisi che richiedono una lavorazione di rifinitura minore rispetto all’alluminio. Minori costi, meno energia, meno calore, meno lavorazioni: tutto questo rende la Zama anche un materiale ecologico. Rispetto alla plastica inoltre è più robusta e offre un aspetto più nobile e tecnologico. La plastica è poi troppo leggera per alcune applicazioni e maggiormente soggetta al deterioramento a causa ad esempio di calore o atti vandalici.