Il suolo non è infinito. Per questo il suo consumo dev’essere contenuto. Ciò non vuol dire non costruire, ma farlo con criterio. La lotta al consumo di suolo oggi ha una nuova arma: Landsupport. Cos’è? Scopriamolo insieme.
Si tratta di un percorso di ricerca finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del programma Horizon 2020, e continuerà a essere implementato (il percorso è stato lanciato lo scorso anno) nei prossimi tre anni, grazie al coinvolgimento di 19 partner, tra cui figurano Enti di ricerca, Università ed Amministrazioni a scala nazionale (CNR, Ispra, Università Statale di Milano, Regione Campania) ed internazionale (Austria, Ungheria, Spagna, Germania, Slovenia, Belgio, Francia, Libano e Malesia), coordinati dal CRISP (Centro di Ricerca Interdipartimentale dell’Università di Napoli Federico II). Alla conferenza stampa di Bruxelles, oltre al coordinatore del progetto, il professor Fabio Terribile, sono intervenuti i rappresentanti di alcuni partner e della Commissione europea, associazioni europee e nazionali di pianificatori spaziali (ECTP, Istituto Nazionale di Urbanistica) e Autorità pubbliche nazionali (ISPRA) che hanno un ruolo specifico nel monitoraggio degli assetti territoriali.
Landsupport è un progetto interdisciplinare, che, grazie alla combinazione unica di conoscenze e tecnologie, sta sviluppando un sistema di supporto alle decisioni. Landsupport è un'infrastruttura informatica (Geospatial CyberInfrastructure) fortemente basata sull'uso di librerie e programmi geospaziali open source, che consente agli utenti di interagire direttamente con i dati geospaziali ed i modelli tramite il web. Selezionando una porzione più o meno estesa sul territorio dell’Unione europea, categorie come gli agricoltori e i pianificatori territoriali potranno valutare le condizioni e le dinamiche evolutive dello stato del suolo nel tempo, optando per l’uso corretto a diverse scale e intraprendere scelte relative alle colture nel caso dell’agricoltura, oppure alla tutela e all’eventuale realizzazione di infrastrutture o nuove edificazioni nel caso dei pianificatori territoriali.
Il primo step operativo di Landsupport
È stato presentato un primo strumento, Land Take Tool, nella fase prototipale e già pienamente funzionante entro i confini amministrativi dell'Unione europea. Questo “tool” fornirà informazioni relative al consumo del suolo ed alla valutazione della qualità del suolo consumato. Gli uffici comunali e regionali che vorranno avvalersi di Landsupport potranno in tempo reale e su territori più o meno estesi (sarà l’utilizzatore a scegliere sulla mappa la porzione del territorio da analizzare, entro i confini amministrativi dell’Unione Europea), valutare la dinamica evolutiva di utilizzo del suolo nell’arco degli ultimi anni (a partire dal 2006) ed il grado di integrità del territorio rurale, così da poter stimare e quantificare quali porzioni di suolo sono state compromesse e quali invece sono intatte, riuscendo così a operare scelte per la rigenerazione urbana e per creare corridoi ecologici.
In questo modo, attraverso un uso equilibrato, ed evitando quindi lo spreco della risorsa suolo, si potrà anche contenerne il consumo. Infatti, nonostante le tante affermazioni di principio ed i numerosi documenti politici verso il consumo netto zero di suolo per il 2050, nella realtà delle cose nell'ultimo decennio poco è cambiato ed il consumo di suolo continua a procedere ad un ritmo molto elevato, riducendo le nostre aree rurali, mettendo a rischio la biodiversità, aumentando il rischio di inondazioni e la scarsità d'acqua e contribuendo al riscaldamento globale.
Lungi dall’essere solamente uno strumento che elabora e mette a sistema un complesso sistema di dati, Landsupport permetterà di effettuare analisi di scenario per simulare scelte alternative “sul campo” e di prevenire il rischio di compromettere irreversibilmente l’ambiente: è questa la più grande sfida di Landsupport.