"Un'Italia sotto cemento, che continua a consumare suolo anche nella sua peggiore crisi edilizia. Si ferma il mercato immobiliare, ma suona la grancassa il comparto più coccolato dalla politica, a tutti i livelli: quello delle grandi infrastrutture per la mobilità, e segnatamente delle infrastrutture stradali, con le loro clientele e il loro gravame sulla spesa pubblica". E' questo il pensiero di Legambiente.
“È ora di dire basta al consumo di suolo e di iniziare quella strada del cambiamento che si chiama rigenerazione urbana, un nuovo modo di concepire e tutelare il territorio, gli spazi urbani in chiave sostenibile puntando sulla riqualificazione edilizia, energetica e antisismica del patrimonio esistente. La prima scelta indispensabile da fare è quella di abolire la legge Obiettivo con il suo infinito elenco di strade e autostrade, perché le ‘grandi opere’ che servono all’Italia sono già nelle città e nella mobilità su ferro”, così Damiano Di Simine, responsabile suolo di Legambiente commenta i dati ISPRA presentati oggi sul consumo di suolo.
I dati ISPRA permettono di mettere delle cifre ad un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti: ben oltre la metà del sacrificio di suolo fertile in Italia è servito a costruire strade, autostrade, parcheggi e piazzali, un dato che supera perfino quello dello spazio occupato, nel loro complesso, dagli immobili, residenziali e produttivi, e che "rappresenta la cifra più eloquente dell'inefficienza territoriale della modalità prevalente di trasporto nel nostro Paese: quella affidata alle motorizzazioni private e commerciali".
“È urgente - continua Di Simine - invertire la rotta, attraverso una strategia concertata: non si ferma il consumo di suolo per decreto, ma attraverso una politica economica più virtuosa e sostenibile. È ora di finirla di spolpare le casse pubbliche e il territorio per estendere più del dovuto la maglia stradale, bisogna lavorare sulle infrastrutture esistenti per migliorare l'efficienza, anche energetica, della mobilità e della logistica, con enormi vantaggi per l'ambiente e per l'economia”.
Da Legambiente arriva anche un forte richiamo all'Esecutivo Renzi, dopo che i tentativi di dotare il nostro Paese di una normativa sul consumo di suolo sono ripetutamente naufragati nei cambi di Governo e di legislatura. “Fa bene il ministro dell’ambiente Galletti- conclude Di Simine - a richiamare il Parlamento sull'urgenza dell'approvazione del ddl sul consumo di suolo: vogliamo però che questo non resti un auspicio, ma rappresenti un imperativo di legislatura, un impegno non secondario rispetto a quello di risanare i conti dello Stato e rilanciare l'economia”.