È stata Legambiente, a solo tre mesi dall’inizio dell’anno, a sollevare una certa preoccupazione per l’aria nelle città italiane. Infatti, guardando i risultati dell’ultimo aggiornamento di “PM10 ti tengo d’occhio”, si rimane un poco sconfortati, pensando che nulla è cambiato rispetto agli anni passati: l’allarme polveri sottili è già stato lanciato in quasi la metà delle città tenute sotto controllo da Legambiente.
Sembra che anche in questo 2008, nonostante l’impegno e l’attenzione che sembrava dovesse essere rivolto a questo problema da parte di tutte le città italiane, non si stia, in realtà, facendo abbastanza per migliorare la situazione dell’aria dei nostri centri urbani.
“Il quadro è preoccupante – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente -. Anche nel 2008, come negli anni scorsi i livelli di PM10 in molte città sono decisamente troppo elevati. I problemi rimangono gli stessi, i provvedimenti adottati nel tentativo di risolverli pure, e la situazione non fa che peggiorare. Il numero di auto circolanti ne è il principale responsabile ma anche con questa consapevolezza, confermata da più parti, non sono state ancora adottate dalle amministrazioni soluzioni alternative valide al mezzo privato. Occorrono più mezzi pubblici, dall’autobus al tram, al treno metropolitano, un sistema di car sharing, taxi collettivi, piste ciclabili, e sistemi di penalità come il road pricing che incentivino il trasporto pubblico a scapito di quello privato”.
Purtroppo sono ben 35 le città cha hanno già esaurito il “bonus superamenti” consentiti dalla legge in un anno – ovvero 35 giorni all’anno con valori giornalieri di 50 µg/m³ - e così tante quelle che l’hanno ampiamente oltrepassato. Due esempi importanti: a Torino e Frosinone, da gennaio a fine marzo, la soglia di legge è stata superata ben 61 volte.
La classifica di Legambiente “PM10 ti tengo d’occhio”, che ogni settimana mette a confronto i livelli di PM10 nelle principali città italiane sulla base dei dati registrati dalle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria, non dà molti esiti positivi; Lucca, a quota 59 giorni di superamenti, si avvicina pericolosamente al “record” negativo del capoluogo piemontese e di Frosinone, così come anche Vicenza (56 giorni) e Modena con 54.
Accanto a questi dati si deve tenere presente che se il 43% dei centri urbani monitorati ha già esaurito il numero di superamenti del limite medio giornaliero che la legge consente in una anno, almeno 9 capoluoghi sono prossimi ai 35 superamenti.
Tra le grandi città, Milano è a quota 46 superamenti, Napoli sale a 43, Roma 37, Firenze 35, Bologna 33, Bari 30, Palermo 23, Taranto 18.
Considerando le regioni, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto sono quelle in cui mediamente si sono registrati dall’inizio dell’anno a oggi i valori più elevati di PM10.
Riscontro positivo, invece, lo si ha da Ascoli Piceno e Siena con 2 superamenti, e Reggio Calabria con 1.
Secondo Legambiente, se si vuole migliorare non solo l’aria ma anche la qualità della vita nei centri urbani e la salute dei cittadini, la vera sfida è quella di ridurre il numero di veicoli in circolazione: l’Italia è al primo posto tra i paesi della UE per numero di auto pro-capite con 58 vetture ogni 100 abitanti.
“E’ tempo di avviare soluzioni strutturali che riescano a risolvere il problema nel lungo periodo – ha aggiunto Cogliati Dezza – con un impegno più deciso del governo e delle amministrazioni locali nell’invertire i termini dell’attuale sistema di mobilità”.