Legge di Bilancio: cosa ne pensano i costruttori?

Edilizia di Marco Zibetti
Il giudizio dell’Ance parte dalla consapevolezza che la Legge di Bilancio sconti una grave carenza di risorse. Con questa premessa, si poteva fare di meglio?

Le misure contenute nella Legge di Bilancio andranno ad incidere in modo importante sul settore delle costruzioni. Naturale, dunque, che sia stata analizzata con attenzione dall’Ance, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili. Ecco il giudizio finale.

“Siamo consapevoli che questa manovra di bilancio sconta una grave carenza di risorse che in gran parte sono andate a coprire il caro energia e altre misure emergenziali, ma le imprese sono allo stremo e dobbiamo subito intervenire per frenare l’emorragia di liquidità che rischia di farne fallire migliaia, mettendo a repentaglio i lavori in corso, sia pubblici che privati”, sottolinea la Presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, il giorno dopo l’approvazione della legge di Bilancio da parte del Parlamento. “Bene quindi che i lavori parlamentari si siano conclusi nei tempi previsti, ma ora occorre prevedere subito una misura straordinaria che sia in grado di ridare fiato alle imprese e restituire la liquidità necessaria per continuare a portare avanti i lavori”.

Il riferimento diretto è alla necessità di una “moratoria sul credito, soluzione ponte necessaria per una risposta immediata a questo problema di liquidità”. Il modello è quello adottato due anni fa nel corso della pandemia: sospensione della restituzione della quota capitale sui finanziamenti. “Si tratta di una misura che ha funzionato molto bene perché la sua automaticità ha permesso di salvare centinaia di migliaia di imprese che altrimenti avrebbero inesorabilmente chiuso”, spiega Brancaccio.

Il problema dei crediti

Nel settore delle costruzioni ai problemi derivanti dal caro energia e caro materiali (alle imprese finora non sono ancora arrivate tutte le compensazioni previste) si è aggiunto in questi mesi il vero e proprio blocco del mercato della cessione dei bonus derivanti da efficientamento del patrimonio immobiliare. Una situazione insostenibile alla quale va posto subito rimedio.

“E’ la stessa Banca d’Italia ad aver lanciato per prima l’allarme sul progressivo deterioramento della qualità del credito, che dovrebbe raggiungere il picco alla fine del 2024”, sottolinea la Presidente dell’Ance, che invita quindi il Governo a “inserire subito una norma salva imprese nel decreto di gennaio”.


Questo sito utilizza i cookies per offrirti un'esperienza di navigazione migliore. Usando il nostro servizio accetti l'impiego di cookie in accordo con la nostra cookie policy.