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L’Inu lavora per un’urbanistica più attenta all’accessibilità

Urbanistica di
Il programma di lavoro Inu “Città accessibili a tutti” è in campo da oltre due anni; con l’evento di Ancona è stato segnato un passo decisivo nel suo sviluppo

“La Filiera della promozione culturale: città accessibili, politiche, strategie e progetti integrati”: è il titolo dell’ultimo evento promosso il 4 ottobre scorso ad Ancona dall’Istituto Nazionale di Urbanistica insieme al MIBAC (DG Musei – Servizio II), al Museo Tattile Statale Omero e alla Cabina di Regia del Piano Strategico del Comune di Ancona. Il programma di lavoro Inu 'Città accessibili a tutti' è in campo da oltre due anni; con l’evento di Ancona è stato segnato un passo decisivo nello sviluppo del programma, che sta affrontando il tema dell’accessibilità non solo dal punto di vista tradizionale dell’eliminazione delle barriere architettoniche, ma allargandolo agli aspetti economici e sociali, tanto da riuscire a evidenziare la centralità di tali aspetti per lo sviluppo di una disciplina più attenta ai bisogni e alle aspettative dei territori e dei cittadini, la cosiddetta 'nuova urbanistica', la cui necessità è stata evidenziata dai lavori del Congresso che l’Inu ha tenuto a Cagliari nell’aprile 2016.

L’evento di Ancona si è svolto con la decisiva collaborazione della sezione Marche dell’Inu (presente all’interno del comitato scientifico con quattro rappresentanti: oltre il Presidente, il Vicepresidente Roberta Angelini e i componenti del Direttivo Giovanna Rosellini e Cristina Belogi). E’ stata replicata nel capoluogo marchigiano la formula che ha consentito al programma di lavoro 'Città accessibili a tutti' di raccogliere nel corso del tempo progetti e buone pratiche (complessivamente oltre 120), il 4 ottobre concentrati nel campo dell’offerta e della fruizione culturale: nel corso della mattinata, in 21 tra rappresentanti di istituzioni e organizzazioni, attraverso la modalità dei gruppi di lavoro, si sono confrontati e hanno presentato le esperienze sviluppate nei territori di riferimento. Nel pomeriggio, dopo la visita al Museo Tattile Statale Omero, un’eccellenza europea nell’ambito dell’accessibilità ai servizi culturali, i risultati della mattinata sono stati al centro della discussione del convegno.

La presidente dell’Inu, Silvia Viviani, ha spiegato ad Ancona che “non sono necessarie nuove leggi o strumenti, ma occorre il coraggio di ripartire da una posizione condivisa per una città del futuro che sia già visibile oggi, che utilizzando la cassetta degli attrezzi a disposizione, con innovazioni e aggiornamenti, sia in grado di superare le pratiche settoriali a favore di una visione che conduca trasformazioni e riqualificazioni urbane verso città più accessibili a tutti, inclusive e amiche delle persone”. Iginio Rossi, coordinatore del programma di lavoro 'Città accessibili a tutti', ha sottolineato l’impegno nel sostegno alla diffusione di una cultura dell’accessibilità, impegno che l’Inu ha concretizzato “attraverso specifiche intese con Università nel patrocinio e supporto di studi e tesi di laurea che si occupino di accessibilità a 360 gradi”.

Lo stretto legame tra l’importanza di un’idea di accessibilità che sia intesa in senso lato e lo sviluppo di un’offerta culturale moderna e innovativa è emerso in molti interventi nel corso dell’evento di Ancona. Aldo Grassini, presidente del Museo tattile statale Omero, ha detto che “l’accessibilità per tutti è un diritto costituzionale (in base al comma 2 dell’art. 3 della Costituzione italiana) e questa dimensione universale è ribadita dalla dichiarazione Onu del 2006, divenuta legge dello Stato italiano nel 2009.  Ciononostante c’è ancora molto da fare affinché l’integrazione culturale diventi anche integrazione sociale, espressione di democrazia, libertà e inclusione che una società evoluta non può non avere”.

Gabriella Cetorelli, che al Ministero Beni culturali è responsabile dei progetti speciali, ha ricordato che a livello di singoli istituti o di poli museali, in base alla circolare n. 26 del 25 luglio 2018 della Direzione generale Musei, “nei luoghi della cultura del patrimonio statale, e nella fattispecie musei, monumenti, aree e parchi archeologici, è stata istituita la figura del responsabile per l’accessibilità. Si tratta di una professionalità tecnica che affiancherà il direttore del museo per contribuire alla progettazione, realizzazione e monitoraggio degli interventi e degli allestimenti, come pure delle attività di comunicazione e promozione dei siti culturali aperti al pubblico, nell’ottica della fruizione ampliata”.

Claudio Centanni, presidente di Inu Marche, ha sottolineato “l’importanza che l’accessibilità diventi una vera e propria politica nelle agende dei Comuni, come è avvenuto per Ancona con la redazione del Piano Strategico della città, dove l’accessibilità è diventato uno degli asset in un orizzonte di sviluppo di medio periodo. In questo modo è possibile superare l’approccio settoriale degli strumenti attuali e iniziare a progettare l’accessibilità di musei, parchi archeologici, centri storici in una dimensione complessa, che inevitabilmente presenta i caratteri specifici dell’ambito urbano nel quale è inserita. Di conseguenza, non può essere utilizzata una formula standardizzata, ma è necessaria una collaborazione-concertazionedei differenti soggetti che operano nel territorio, capace di sviluppare prestazioni riguardanti tuta la filiera: cultura, trasporti pubblici, percorsi urbani, ricettività, turismo, servizi, commercio”.

Il percorso del programma di lavoro dell’Inu 'Città accessibili a tutti' culminerà al prossimo Congresso dell’Inu, nell’aprile 2019, quando verranno presentate le Linee guida per le politiche integrate per le città accessibili. Un documento che ambisce a sistematizzare i tre anni di studio, confronto e raccolta di esperienze attraverso indicazioni concrete in grado di indirizzare le politiche delle e per le città verso una maggiore attenzione al miglioramento dell’accessibilità, intesa in senso lato.