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Luce e Beni culturali

Urbanistica di
Mostra e Convegno al Salone del Restauro a Ferrara

Uno dei temi centrali della XV edizione del Salone del Restauro a Ferrara sarà l’uso della luce nei beni culturali.
Il problema dell’illuminazione dei beni culturali è da molti anni all’attenzione degli specialisti, dei responsabili di musei, dei restauratori e dei progettisti illuminotecnici, che si interessano della conservazione dei materiali fotosensibili. Si va comprendendo sempre meglio la necessità di vincolare la fruizione dei beni culturali alle esigenze primarie della loro salvaguardia e conservazione. Di pari passo si evolve l’idea di valorizzazione illuminotecnica del patrimonio culturale, che da intervento generico orientato al consumo turistico si sta spostando verso più precise e ambiziose funzioni a carattere critico e interpretativo.
Un convegno e una mostra, presentati quest’anno dal Salone del Restauro a Ferrara sul tema della luce, affrontano due questioni di grande attualità fra di loro strettamente collegate: il ruolo della luce artificiale nei confronti dell’attività di restauro e il progetto della ricerca finalizzata alla redazione della Carta della Luce per i beni culturali.

LA MOSTRA
Nella mostra, dal titolo Luce e restauro, saranno presentate le nuove possibilità del mezzo luce come “materiale” virtuale. Grazie alla sua “reversibilità”, l’illuminazione può diventare un importante strumento nel ripristino dell’aspetto originale delle opere senza interventi invasivi e definitivi.
Sarà esposta la ricostruzione virtuale dei cromatismi della colonna Traiana, che inaugura, in Italia, la ricerca sulla luce come tecnica di restauro. Per l’occasione verranno prestati, a cura della Sovraintendenza di Roma ai Beni Culturali, i preziosi calchi in gesso della colonna. Saranno presentate anche ipotesi di “illuminazione critica”: una relativa all'area archeologica della colonna Traiana e l’altra al ripristino dell'emiciclo napoleonico, cioè alle architetture dall’800 ad oggi.

Il recupero dell’Emiciclo Napoleonico nasce da una duplice esigenza: da un lato quella di proteggere la Colonna Traiana rispetto ad un affaccio, oggi, troppo ravvicinato; dall’altro quella di iniziare con un segno “forte” il programma di ridisegno dei bordi dell’area archeologica centrale a contatto con la città contemporanea.
Il riferimento puntuale è alla sistemazione del 1814 su progetto di Pietro Bianchi, successivamente obliterata dal Munoz nel 1932. Il recupero urbano intende offrire la migliore cornice architettonica alla Colonna, ripristinando muratura e assetto dell’epoca napoleonica quasi nella sua totalità, escludendo la sola porzione verso l’esedra arborea della via dei Fori imperiali distrutta per far posto alla ricostruzione del volume della biblioteca meridionale ed al nuovo ingresso all’area archeologica.

La fruizione dell’ambito urbano contemporaneo muta in modo radicale e l’area fino ad oggi aggredita dalla sosta veicolare sta per divenire spazio pedonale articolato ed affacciato con la giusta prospettiva sui marmi della Colonna. E’ questo l’inizio di un progetto complesso che intende assegnare all’area archeologica centrale un ruolo nuovo di dialogo e integrazione con la città moderna, in cui percezione sensoriale e conoscenza scientifica possano ritrovarsi nei segni di un processo evolutivo e dinamico di architettura e design urbano.
La soluzione progettuale che sta per essere completata (i lavori sono in corso e termineranno per la prossima estate) implementa la qualità archeologica del sito riportando i resti della biblioteca traianea alla vista come giusto parterre della Colonna, mentre il nuovo affaccio istituisce una nuova dinamica all’assetto attuale della città recuperando le qualità dello spazio ottocentesco e imponendo un nuovo sistema di relazioni.
Relazioni visive dal livello contemporaneo verso l’area archeologica e parimenti dall’interno del sito verso la monumentalità dell’intorno, e relazioni fisiche tra la quota traianea e il sottosuolo archeologico del limitrofo palazzo Valentini con i resti della domus recentemente riportata in luce, restaurata e aperta al pubblico.
Nella fase di completamento dell’intervento un progetto illuminotecnico sperimentale e di sonorità innovative vuole individuare modalità espressive della luce sui marmi. Oltre all’illuminazione di base con l’introduzione di variazione dell’intensità e variazione cromatica, l’approccio emotivo nello stupore delle colorimetrie riprodotte sui rilievi, secondo lo studio dell’insigne archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli, offrirà allo spettatore della Colonna Traiana la suggestione di una immagine che nella percezione riporta un appropriato livello cognitivo desunto dalla lettura scientifica.

La luce diviene così il veicolo reversibile di una operazione compiuta di restauro e materiale essa stessa: una azione tecnica nell’ambito delle metodologie di recupero che dagli interventi strutturali di consolidamento va all’individuazione delle procedure di controllo e abbattimento dei fattori di deterioramento fino alla protezione ed alla fruizione secondo le più avanzate prassi di comunicazione scientifica. E la città assorbe nel suo tessuto il magma vivo del passato.

IL CONVEGNO
Il convegno, che si terrà mercoledì 2 aprile, dal titolo La luce nei beni culturali: fra conservazione e interpretazione, è organizzato da Acropoli, TBELightlab in collaborazione con l’Istituto per il Commercio Estero. Esperti dell'Università e delle istituzioni di salvaguardia italiane individueranno criteri e norme per definire e migliorare l’uso della luce, sia naturale che artificiale, nel settore artistico e culturale.
Il convegno si propone di esporre le linee guida della ricerca che è da tempo oggetto di una convenzione fra l’Università La Sapienza di Roma e la Direzione Darc del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e alla quale parteciperanno altre università e centri d’eccellenza che operano in questo settore. L’obiettivo è avviare lo studio di una vera e propria “Carta italiana della luce per i beni culturali”. Ma al convegno interverranno anche rappresentanti stranieri, nella prospettiva di una carta europea della luce per i beni culturali. Sarà inoltre approfondito il ruolo che in questi anni sta assumendo l’uso della luce all’interno delle operazioni di restauro, con una nuova coscienza sull'importanza del suo utilizzo; la luce non è più elemento aggiuntivo, ma diventa parte integrante del processo d’intervento e risponde alla necessità di migliorare la fruizione dei beni artistici per un pubblico sempre più attento.

Al convegno interverranno: Chiara Aghemo (Politecnico di Torino); Lorenzo Fellin (Università di Padova); Federico Favero (KTH University of Stockholm); Heinrich Kramer (PLDA, Professional Lighting Designer’s Association); Maurizio Inastasi (Sovraintendenza per i Beni Culturali di Roma); Paola Mastracci (Mibac); Fabio Aramini (Istituto Centrale per il Restauro). Coordinatore: Corrado Terzi, direttore del Master Lighting Design dell’Università La Sapienza di Roma.

La mostra è stata realizzata con il contributo di:
Acea
Comune di Roma - Sovraintendenza BBCC Beni Culturali di Roma
Erco Illuminazione
ICE – Istituto nazionale per il Commercio Estero
iGuzzini Illuminazione
Martin Professional Italy
Schroeder

Fonte: Economia della Cultura Restauro