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Materie prime: Finco lancia l’allarme

Materiali da costruzione di
Materie prime: Finco lancia l’allarme
Stiamo assistendo a rincari e oscillazioni che riguardano in particolare molti di quei materiali utilizzati da Soci Finco. Ecco cosa ne pensa la Federazione

Il settore edile sta fronteggiando in questi mesi una situazione complicata. Si tratta dell’aumento dei prezzi delle materie prime. A tal proposito Finco, Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione, esprime la propria preoccupazione.

I rincari riguardano in particolare molti di quei materiali utilizzati da Soci Finco, come l’acciaio, i metalli non ferrosi (alluminio, rame, zinco…), la plastica, i polimeri ed i materiali isolanti. Non siamo solo in presenza di forti variazioni di prezzo, ma anche di una sostanziale insufficienza dell’offerta.

L’aumento dei prezzi in questione è partito da lontano. Ma si è adesso aggravato con il fermo da Covid di molti produttori di materiali, taluni movimenti speculativi, nonché, a livello nazionale, con una certa vivacità della domanda anche grazie al bonus 110% e ad altre misure di incentivazione.

Non solo. Il mercato cinese ed asiatico in generale, ha fatto scorte durante il 2020, forte di un’economia in ripresa dalla pandemia in anticipo rispetto all’Europa e al Nord America, generando quella contrazione nell’offerta che caratterizza questi mesi.

Anche grazie al PNRR ed ai connessi Fondi europei (non dimentichiamoci che per il nostro Paese sono stanziati 191 mld da parte dell’Europa, di cui 69 a fondo perduto, la più grande iniezione di risorse nella storia del Paese), oltre agli ulteriori 30 miliardi complementari alle azioni previste dal citato Piano, è auspicabile e prevedibile un certo rilancio dell’Economia.

Ardue, stando a quanto sopra, risultano stime accorte da parte delle imprese ed anche una politica dei prezzi programmabile con certezza. Senza contare l’allungamento anomalo dei tempi di consegna, il che può costituire un freno notevole alla ripresa auspicata con la predisposizione degli ingenti Fondi di cui sopra.

Il petrolio è sceso nel 2020 (-28%), ma è da allora risalito repentinamente (+ circa il 200%). Il rame,  potrebbe raggiungere il massimo storico nei prossimi mesi.

Focus su acciaio e alluminio

Ma a preoccupare in particolare il sistema FINCO sono l’acciaio e l’alluminio, le cui quotazioni non sembrano destinate ad un ribasso nel corso del 2021 e che sono aumentati rispettivamente del 40% (ma del 130% tra novembre 2020 e febbraio 2021) e del 18% nel solo primo trimestre dell’anno. Tali materiali sono nodali per molte delle categorie federate: dai produttori di infissi e finestre alle industrie della lattoneria, dai prefabbricatori ai costruttori metallici, dai presagomatori dell’acciaio per il cemento armato ai produttori di porte e chiusure tecniche in metallo, dalle imprese che realizzano fondazioni e facciate continue a quelle che producono barriere di sicurezza, fono assorbenti, anti caduta massi etc. Dai settori della pulizia professionale industriale ai realizzatori di dispositivi di sicurezza, dai costruttori di impianti tecnologici ai produttori di materiali compositi e ai produttori di lucernari e cupole zenitali, solo per citare alcuni dei settori rappresentati. Prezzi ben superiori a quelli attualmente indicati nei preziari cui fare riferimento tra l’altro ai fini del citato bonus 110%.

La vicenda pandemica ha comunque fatto emergere la fragilità della catena di approvvigionamento delle materie prime in Italia, già delicata nel nostro Paese per la nota assenza di tali materie nel nostro sottosuolo e per un posizionamento geografico più sensibile di altri a determinate emergenze (vedi ad esempio recente ostruzione del canale di Suez).

Quando si parla di sostenibilità è necessario ricordarsi che tale vocabolo va declinato anche in questa ottica.

Tenuto conto che non è più previsto alcun meccanismo di revisione dei prezzi, la FINCO ritiene che si potrebbe almeno prorogare il meccanismo di compensazione prezzi di cui all’articolo 133 del D.Lgs 163/2006 ed in questo senso ha scritto al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.