A pochi giorni dall’apertura del Salone di Milano, vi presentiamo un’analisi di Confartigianatosul mercato dei mobili, che pone un’attenzione particolare soprattutto al ruolo delle imprese artigiane. Scopriamo i dati.
Alla fine del 2023 il settore di Legno e Mobili in Italia conta 54mila imprese registrate, precisamente 30.895 del Legno e 22.909 dei Mobili, e conta 216mila addetti. Elevata la vocazione artigiana: le 35mila imprese artigiane contano 88mila addetti rappresentano del settore il 64,4% delle imprese ed il 40,6% degli addetti.
I territori specializzati
Gli addetti delle imprese del Legno e Mobili rappresentano l’1,2% degli addetti del totale economia, ma in chiave territoriale - qui il focus sul distretto lombardo dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia - la diffusione è più che doppia, a livello regionale, per Friuli-Venezia Giulia con il 5,0%, Marche con il 3,9%, Provincia Autonoma di Bolzano con il 3,0% e Veneto con il 2,4% e,a livello provinciale, per Pordenone (10,4%), Pesaro e Urbino (9,1%), Treviso (6,4%), Como (4,5%), Udine (4,1%), Monza e Brianza (3,8%), Macerata (3,2%), Matera (3,1%), Bolzano (3,0%), Forlì-Cesena (3,0%), Pistoia (2,9%), Bari (2,6%) e Gorizia (2,4%) e Teramo (2,4%).
Fatturato dei mobili, l’Italia sorpassa la Germania
Il comparto del legno e arredo realizza un fatturato di 46 miliardi di euro, di cui 27,2 miliardi (59,2%) per i mobili e 18,8 miliardi (40,8%) per i prodotti in legno. L’analisi dei più recenti dati Eurostat certifica che nel 2022 l’Italia sorpassa la Germania per il valore dei ricavi delle imprese produttrici di mobili.
Il made in Italy
L’export del legno e mobili nel 2023 vale 14,3 miliardi di euro, di cui l’82,7% rappresentato dagli 11,8 miliardi di made in Italy dei mobili. Il comparto ha risentito della caduta del commercio internazionale registrata lo scorso anno, e nel 2023 l’export di legno e mobili è sceso del 5,0% rispetto all’anno precedente.
I mercati dell’export di legno e mobili
Tra i maggiori 20 mercati esteri, in controtendenza segnano una crescita Turchia con il +22,8%, Emirati Arabi Uniti con il +5,7%, Spagna con il +2,2%, Francia con il +1,5% e Grecia con +1,4%. In territorio negativo troviamo Arabia Saudita (-0,2%), Svizzera (-4%), Paesi Bassi (-4,4%), Austria (-5%), Belgio (-5,1%), Germania (-6,5%), Polonia (-6,7%), Romania (-7,2%) e Regno Unito (-7,2%). Cali più mercati per Stati Uniti (-10,9%), Australia (-11%), Israele (-11,2%), Russia (-11,5%), Canada (-15,4%) e Cina (-16,5%).
I territori del made in Italy di legno e mobili
Tra le principali regioni, con peso percentuale su totale export di legno e mobili superiore o uguale all’1%, nel 2023 rispetto al 2022 performano meglio Piemonte (+7,5%), Trentino-Alto Adige (+3,7%) e Marche (+0,2%); e peggio Puglia (-12,4%), Friuli-Venezia Giulia (-11,3%) e Lazio (-7,3%). A livello provinciale, tra le principali per contributo all’export totale di legno e mobili, dinamiche di crescita le rileviamo per Ancona (+16,7%), Piacenza (+7,1%), Bergamo (+5,0%), Teramo (+3,0%) e Milano (+3,0%); e al contrario, di decrescita a doppia cifra, le rileviamo per Gorizia (-23,9%), Bari (-13,0%), Brescia (-11,5%) e Venezia (-10,0%).
Il trend della produzione
A fronte della discesa della domanda internazionale e della debolezza dei consumi interni, influenzati dal calo del potere di acquisto delle famiglie, si osserva una contrazione dell’offerta. Nel 2023, nel settore dei prodotti in legno, la produzione è scesa del 14,1% rispetto al 2022, mentre la produzione dei mobili è scesa del 5,7% in un anno, cali più marcati rispetto al -1,6% del totale manifattura. Nel confronto europeo nel legno il calo è più accentuato del -10,4% media Ue 27, mentre nei mobili la flessione è meno accentuata -7,9% della media Ue a 27.
Più critica la carenza di manodopera
Per il settore del Legno e Mobili, nel 2023 si osserva un'elevata, e superiore alla media, quota di imprese che lamentano la mancanza di manodopera. Questa evidenza la cogliamo attraverso l’elaborazione dei dati Excelsior-Unioncamere, secondo la quale le entrate difficili da reperire sono il 57,1% del totale, superiore di 12 punti percentuali rispetto alla media di 45,1% e di 7,1 punti rispetto al 50,0% del Manifatturiero esteso; sono 28.120 i lavoratori difficili da assumere ed in particolare il 61,6% per ridotto numero di candidati e 32% per inadeguatezza.
A livello regionale le imprese del settore legno e mobili riscontrano difficoltà maggiore a trovare le figure professionali di cui necessitano in Liguria (con il 67,4% di entrate difficili da reperire), seguita da Friuli Venezia Giulia (65,7%), Toscana (65,4%), Trentino Alto Adige (64,6%), Abruzzo (61,5%), Marche (60,1%), Emilia Romagna (59,0%) e Umbria (57,3%).
Tra le figure più ricercate dalle imprese di Legno e Mobili (con almeno mille entrate) quelle con difficoltà di reperimento superiore alla media del settore sono: Tappezzieri e materassai (79,6%), Disegnatori industriali (67,7%), Falegnami ed attrezzisti di macchine per la lavorazione del legno (67,2%) e Operai addetti a macchine in impianti produzione in serie mobili/articoli in legno (61,8%). In particolare, i falegnami e attrezzisti di macchine per la lavorazione del legno sono i lavoratori più ricercati dal settore, ma si fa fatica a trovarne 10.410, che rappresentano il 37,0% delle entrate difficili da reperire nel settore.
Il quadro territoriale del settore
I dati sulle imprese totali ed artigiane e delle esportazioni per regione e provincia e quello nazionale delle entrate con dettaglio di difficoltà di reperimento del settore di Legno e Mobili è proposto nell'Appendice statistica “Legno e Mobili: imprese, artigianato, made in Italy e carenza di manodopera”, elaborata in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia.