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Mutui: qual è l’andamento dei tassi d’interesse?

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Mutui: qual è l’andamento dei tassi d’interesse?
I tassi dei mutui scendono, ma conviene davvero il fisso? Ecco le ultime novità del mercato e quale soluzione conviene per risparmiare sulla rata mensile

Negli ultimi anni, il mercato dei mutui ha vissuto una vera e propria rivoluzione. Dopo un decennio di tassi ai minimi storici, il costo del credito ha subito un'impennata, cambiando le scelte dei mutuatari e le strategie delle banche. Ma cosa sta accadendo ora? E soprattutto, conviene ancora scegliere un mutuo a tasso fisso?
Dal 2008 al 2020, gli indici di riferimento Euribor ed Eurirs hanno seguito un trend discendente, toccando un minimo storico dell'1,59% nel luglio 2020. Tuttavia, la situazione si è rapidamente ribaltata: nel novembre 2023 il tasso medio ha raggiunto il 4,92%, per poi scendere al 3,55% a dicembre 2024.
Questi cambiamenti hanno avuto un impatto diretto sulla domanda e sulle condizioni dei mutui. L’aumento dei tassi ha ridotto l’attrattività dei mutui variabili, spingendo i consumatori verso il tasso fisso, ritenuto più sicuro e prevedibile. Le banche, di conseguenza, hanno alzato gli spread sui mutui variabili per coprire il rischio di ulteriori oscillazioni, rendendoli ancora meno convenienti.

Mutui a tasso variabile più costosi

Nel 2024 si è verificata un’anomalia: per la prima volta, i mutui a tasso variabile sono risultati più costosi rispetto a quelli a tasso fisso. Tre fattori principali hanno determinato questa situazione:
- Aumento dei tassi BCE: per contrastare l’inflazione, la Banca Centrale Europea ha alzato i tassi di riferimento. Sebbene il trend sia ora in fase discendente, i mutui variabili restano legati ai valori elevati dei mesi precedenti.
- Spread più elevati sui mutui variabili: le banche, per tutelarsi dalle incertezze future, applicano margini più alti su questi prodotti, rendendoli più onerosi per i clienti.
- Maggior percezione del rischio da parte dei consumatori: l’instabilità economica ha reso i mutui fissi la scelta preferita dalla maggioranza delle famiglie, a discapito delle soluzioni variabili.
Secondo le previsioni, la BCE continuerà a ridurre gradualmente i tassi nei prossimi mesi, ma con estrema prudenza. L’ultimo taglio del 30 gennaio 2025 ha portato il tasso di rifinanziamento al 2,90%.
“Nel mese di gennaio 2025 i nostri dati mostrano che il 95,5% dei mutuatari ha scelto un mutuo a tasso fisso, mentre solo lo 0,3% ha optato per il variabile”, afferma Renato Landoni, Presidente di Kìron Partner SpA. In crescita anche l’interesse per i mutui a tasso misto, che rappresentano il 4,1% delle richieste.
Un’analisi comparativa dei costi attuali conferma la convenienza del tasso fisso. Per un mutuo da 120.000 euro con durata 25 anni, la rata mensile a tasso fisso è di 561 euro, mentre quella a tasso variabile ammonta a 619 euro, con una differenza di 58 euro a favore del primo.
Se il trend dei tassi continuerà a calare, la situazione potrebbe riequilibrarsi, ma per ora la scelta del tasso fisso rimane la più vantaggiosa per chi cerca stabilità e sicurezza nel lungo periodo.