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Nella lotta al dissesto idrogeologico, in campo 280 milioni

Lavori pubblici di
È la prima volta nella storia dei terremoti in Italia che lo Stato si fa carico, insieme alla ricostruzione degli edifici pubblici e privati, di finanziare la messa in sicurezza del territorio

Riunione a Pieve Torina, in provincia di Macerata, per l’approvazione del piano di interventi per la messa in sicurezza dei territori a rischio idrogeologico. Presente all’incontro, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, oltre ai componenti istituzionali della Cabina di regia del Governo: la commissaria per la ricostruzione post sisma 2016, Paola De Micheli, i presidenti delle Regioni Marche, Luca Ceriscioli e Umbria, Catiuscia Marini, l’assessore regionale del Lazio, Lucia Valente su delega del presidente Zingaretti, il vicepresidente dell’Abruzzo, Giovanni Lolli su delega del presidente D’Alfonso, il capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli.

Il piano approvato a Pieve Torina prevede investimenti per circa 280 milioni di euro. È la prima volta nella storia dei terremoti in Italia che lo Stato si fa carico, insieme alla ricostruzione degli edifici pubblici e privati, di finanziare la messa in sicurezza del territorio attraverso un programma di interventi organico in attuazione di una norma approvata a fine 2017 in Parlamento. “Abbiamo approvato - ha spiegato la commissaria De Micheli - il primo piano di opere per la messa in sicurezza dei territori fragili sotto il profilo idraulico e soggetti a rischio idrogeologico. Sia gli interventi connessi direttamente al sisma, sia quelli previsti per rimuovere situazioni di rischio per gli edifici che verranno ricostruiti”.

Approvata in Cabina anche l’ordinanza sulle sovrapposizioni dei danni derivanti dai terremoti del ’97 nelle Marche e Umbria, del 2009 a L’Aquila, di Marsciano in Umbria, e del 2016/2017. De Micheli ha ricordato l’impegno economico di Governo e Parlamento sulla ricostruzione: “Ad oggi, lo Stato ha finanziato circa 2 miliardi di opere pubbliche nell’intero cratere sismico di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. La cifra sale a 2,5 miliardi di euro se si comprendono anche i piani stralcio sulle infrastrutture stradali. A queste risorse si aggiungono i fondi per la gestione dell’emergenza”.

Il commissario ha illustrato anche l’ordinanza sulle sovrapposizioni dei danni causati dai terremoti che si sono susseguiti negli ultimi anni. “Prevarrà il concetto del danno preminente - ha spiegato -, verificheremo se il danno di un edificio, pubblico o privato, sarà da attribuire ai terremoti del 2016 e 2017 o a quelli precedenti. Nel primo caso sarà l’attuale struttura commissariale a finanziare interamente la ricostruzione, nel secondo caso manderemo avanti l’iter già avviato”.