Al di là dell’Imu la casa rappresenta ancora un bene su cui investire, a Roma come nel Lazio e nel resto d’Italia. È questo il risultato cui si è giunti nel corso dell’incontro che si è tenuto mercoledì 27 giugno presso la CCIA della capitale fra istituti di ricerca, operatori del settore immobiliare, rappresentanti delle associazioni dei consumatori e banche della regione. L’iniziativa dal titolo "Non c’è IMU che tenga. Investire nella casa conviene", è stata organizzata da Lista, la rivista delle costruzioni nel Lazio che presta grande attenzione alle dinamiche del mercato edilizio, in collaborazione con Tecnoborsa e Camera di Commercio di Roma.
Ad analizzare l’andamento del comparto nella provincia di Roma è stata Tecnoborsa che ha presentato i nuovi dati dell’indagine "Le famiglie romane e il mercato immobiliare. Transazioni effettuate e previste".
“Per quanto riguarda Roma e il mercato immobiliare, nel 2012 si conferma un leggero trend crescente rispetto alle precedenti Indagini Tecnoborsa 2011 e 2009, certamente in controtendenza rispetto al dato nazionale: il 7,2% delle famiglie romane ha acquistato un’abitazione nel biennio 2010-2011, contro il 2,4% rilevato sul totale Italia - ha spiegato Ettore Troiani, direttore di Tecnoborsa -. Si tratta, innanzitutto, dell’abitazione principale che riguarda il 79,1% delle compravendite; è anche rilevante il dato degli acquisti per investimento, infatti l’8,1% delle famiglie che ha acquistato un immobile l’ha fatto con una finalità ben precisa: investire i propri risparmi nel mattone; gli ulteriori acquisti si riferiscono alla casa per le vacanze con un analogo 8,1% e all’acquisto di una casa per i parenti prossimi per un 4,7%”.
In merito alle previsioni di acquisto, Troiani ha aggiunto che “il 3,2 % delle famiglie romane ha intenzione di acquistare un immobile residenziale nel prossimo biennio dato che, raffrontato con le precedenti Indagini, registra una leggera flessione di 0,5 punti percentuali rispetto al 2010 e di 0,8 rispetto al 2009. In conclusione, si può affermare che gli italiani, e i romani ancor più, sono propensi e credono nell’investimento immobiliare, anche in un momento difficile e colmo di incertezze come l’attuale”.
Secondo i dati presentati dalla rivista Lista il numero delle compravendite nel 2011 ha fatto registrare un aumento dell’1,4% a Roma e del 10,8% a Latina, mentre è sceso del 9,4% a Viterbo, del 6,3% a Rieti e del 10,2% a Frosinone. Per quanto riguarda l'effetto dell'Imu, se la tassa può impattare in qualche modo sui prezzi delle abitazioni di pregio situate in quartieri storici, non ha però ripercussioni sui valori delle case di nuova costruzione.
A questo proposito da una recente indagine fatta dalla rivista su alcune nuove abitazioni della zona Nord Est della Capitale emerge come l’impatto dell’imposta sia assolutamente irrisorio dove, con l’applicazione dell’aliquota per la prima casa 0,5% deliberata da Roma Capitale, si possono arrivare a pagare 5 euro per un appartamento di 45 metri quadri con la detrazione di 200 euro per la prima casa e di 50 euro per un figlio a carico. L’aliquota sale a 84 euro per un appartamento di 3 vani e 55 mq e a 211 euro per uno di 4 vani e 60 mq, grazie alla detrazione di 200 euro per la prima casa e di 100 euro per due figli a carico.
“Per far ripartire il mercato e garantire a chi vorrebbe accedere ad una casa in proprietà le condizioni per farlo è urgente una politica della casa che valorizzi, anche con incentivi adeguati, una produzione edilizia basata su immobili di nuova concezione, più sicuri e antisismici, più efficienti dal punto di vista energetico e meno costosi. Altri ambiti strategici di intervento sono la riqualificazione, operazione sulla quale ha già puntato il Piano Casa della Regione Lazio, e il rilancio del social housing, per aiutare le fasce più deboli della popolazione ad accedere ad un'abitazione” ha dichiarato Stefano Petrucci, presidente dell'Ance Lazio .
Sul tema del credito, Petrucci ha sottolineato come sia necessario rivedere l'approccio che gli istituti finanziari hanno perseguito negli ultimi anni “puntando sul finanziamento a medio termine, il solo in grado di assicurare quel flusso di risorse necessario alle famiglie per accedere al mercato della casa e di garantire le certezze di cui gli istituti hanno bisogno”.
Petrucci si è poi dichiarato perfettamente d'accordo con il presidente dell'Ance nazionale Paolo Buzzetti sulla necessità di un fondo di garanzia nei confronti delle famiglie che vogliono acquistare una casa, “strumento già sperimentato con successo in passato nel nostro Paese e diffuso all'estero e che, a fronte di rischi assai limitati, mette le banche in condizioni di essere garantite nell'investimento”.