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Nota mensile ISAE: analisi su imprese italiane e accesso al credito

Lavori pubblici di
Sono graduali ma diffusi i segnali d'allentamento della restrizione creditizia, già emersi nel corso del 2009. In questo periodo economicamente difficile, monitorare le condizioni d'accesso al credito diventa fondamentale


Una crisi finanziaria come quella scoppiata nel 2008 può influenzare negativamente la relazione tra banche e imprese sotto due profili: da un lato, lo shock finanziario contribuisce a deteriorare i bilanci delle banche, inducendole ad adottare politiche più restrittive nella concessione del credito. Dall'altro, la recessione delle attività reali conseguenza della crisi finanziaria può a sua volta peggiorare le condizioni di profittabilità delle imprese, rendendole più esposte al rischio di credito.

Monitorare in tempo reale l'evoluzione delle condizioni d'accesso al mercato del credito diventa dunque molto importante, sia nell'ottica di comprendere al meglio i meccanismi di trasmissione della crisi, sia per cercare di anticipare possibili punti di svolta: per questi motivi, sin dal marzo del 2008 l'ISAE (Istituto di Studi e Analisi Economica) ha aggiunto ai propri questionari congiunturali una serie di domande su questi temi. L'obiettivo di questa nota è quello di presentare i risultati ottenuti, relativamente al settore manifatturiero, dei servizi di mercato, del commercio e, per la prima volta, delle costruzioni.

I dati ISAE sono analizzati anche in relazione agli analoghi risultati provenienti dalle indagini della Banca d'Italia relative alla domanda (Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita) e all'offerta di credito (Indagine sul credito bancario).

Le indagini ISAE - coerentemente con le indicazioni provenienti dalla Banca d'Italia - a partire dalla metà del 2008 hanno segnalato un inasprimento delle condizioni di credito per le imprese, che ha riguardato in maniera omogenea tutti i principali settori.

Graduali ma diffusi segnali d'allentamento della restrizione creditizia sono emersi nel corso del 2009 e ancora all'inizio di quest'anno: in particolare, secondo la rilevazione di gennaio 2010 la quota d'imprese che segnala un aggravio delle condizioni di credito si è attestata al 18,4% nel settore manifatturiero (contro un massimo del 43,5% a novembre 2008), al 14% nei servizi (massimo al 49%, novembre 2008), al 12,3% nel commercio (massimo al 43,1% a marzo 2008) e al 34% nelle costruzioni (massimo al 52% a maggio 2009).

All'aggravio delle condizioni d'offerta percepito dalle imprese si è accompagnato anche - sempre sulla base dei dati rilevati dall'ISAE presso le imprese produttrici – un effettivo razionamento del credito in tutti i settori.

Secondo gli intervistati, in particolare, il razionamento nel 2008 è stato particolarmente severo nelle costruzioni, dove la quota d'imprese che non hanno ottenuto il credito richiesto ha raggiunto un massimo attorno al 13% del campione nel maggio del 2009; analogamente, nel settore manifatturiero e nei servizi la quota d'imprese razionate ha raggiunto tra la fine del 2008 e i primi mesi del 2009 punte superiori all'8%. Nel commercio, invece, il fenomeno ha avuto un impatto più modesto, con una quota d'imprese razionate oscillante tra l'1 e il 2%.

I dati relativi al razionamento confermano il graduale attenuarsi delle tensioni nella seconda metà del 2009 e in questo primo scorcio del nuovo anno: a gennaio, la quota di imprese razionate scende al 4,9% nel settore manifatturiero, all'1,7% nei servizi, al 1,5% nel commercio ed al 13% nelle costruzioni (dato riferito a dicembre).

I dati ISAE consentono anche di distinguere tra razionamento in senso forte (rifiuto del finanziamento da parte della banca) e debole (rifiuto del credito da parte del cliente per condizioni troppo onerose). Da questo punto di vista, durante il periodo di più intensa crisi finanziaria, il razionamento è stato in genere attribuibile in via principale al rifiuto esplicito da parte dell'istituzione finanziaria; quando nel corso del 2009 le tensioni sono gradualmente rientrate, sono coerentemente diminuiti i rifiuti espliciti a concedere finanziamenti.

Infine, sempre secondo i dati ISAE, riferiti in questo caso solo al settore manifatturiero e dei servizi, sin dalla seconda metà del 2009 alla graduale riduzione del crunch si è accompagnata una riduzione della quota delle imprese affidate che dichiarava di subire condizioni più onerose. Tale risultato è soprattutto dovuto ad un graduale calo di quanti lamentano aumenti dei tassi d'interesse e maggiori richieste di garanzie di tipo personale.

La Nota Mensile ISAE completa è disponibile sul sito ISAE all’indirizzo:

http://www.isae.it/bpg/publication_view.asp?InfoID=11438&iabspos=3&vjob=vcat,13&vtkid=