Il Governo, e in particolare la Lega, ha manifestato l’intenzione di trasformare il progetto parlamentare di accorpamento diImu-Tasi in un programma di riduzione del carico delle due imposte. Un’ottima notizia per i proprietari immobiliari e per Confedilizia, che li rappresenta e che s’era espressa in questa direzione in sede di audizione.
Nei giorni scorsi l’Istat ha detto in Commissione Finanze che il gettito di questa patrimoniale sul risparmio è giunto alla cifra monstre di 22 miliardi di euro annui, per un totale che, nel periodo 2012-2019, supererà i 183 miliardi. Iniziare a ridurre un tale macigno fiscale, quindi, dovrebbe essere una priorità per il Parlamento e per il Governo.
Ma cosa serve per rendere il progetto davvero efficace?
“Se la direzione sarà quella dell’eliminazione della Tasi - dichiara il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa -, è però indispensabile prevedere nel tributo che resterà in vigore una componente legata ai servizi (è stato lo stesso sottosegretario al Mef Bitonci a dire che la nuova Imu ‘deve essere una tassa sui servizi’) e porre fine ad alcune palesi iniquità, come l’imposizione sugli immobili sfitti e su quelli inagibili/inabitabili, la discriminazione delle abitazioni di categoria catastale A/1, A/8 e A/9, la troppo limitata deducibilità dalle imposte sui redditi”.