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Nuove partite Iva: come vengono fatti i controlli?

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Nuove partite Iva: come vengono fatti i controlli?
I controlli sono diretti a riscontrare il possesso dei requisiti per l’attribuzione del numero alle nuove partite Iva. I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Articolo da leggere con attenzione per i possessori di nuove partite Iva. L’Agenzia delle Entrate ha comunicato criteri, modalità e termini di attuazione dell’ulterioretipologia di controllo e di analisi del rischio, introdotta dalla Legge di bilancio 2023, ai fini della verifica dei dati forniti per il rilascio di nuove partite Iva.

In particolare, sono stati rafforzati, attraverso specifiche analisi del rischio, i controlli e gli accessi già previsti dall’articolo 35, comma 15-bis, del decreto Iva, diretti a riscontrare il possesso dei requisiti soggettivi e oggettivi per l’attribuzione del numero di partita Iva, in linea con i criteri Ue, in relazione alla cooperazione amministrativa e alla lotta contro le frodi in materia di imposta sul valore aggiunto.

Cosa succede in caso di esito negativo dei controlli?

In caso di esito negativo dei controlli, l’ufficio è tenuto a emanare un provvedimento di cessazione della partita Iva e disporre la sua esclusione dalla banca dati dei soggetti passivi che effettuano operazioni intracomunitarie (Vat information exchange system). Il provvedimento del 12 giugno 2017 ha stabilito i criteri e le modalità di cessazione della partita Iva e di esclusione dal Vies.

Il provvedimento odierno, la cui adozione è scaturita dal comma 150 dell’ultima legge di bilancio, stabilisce, in particolare, che gli elementi di rischio da appurare possono riguardare sia la presenza di criticità nel profilo economico e fiscale del soggetto richiedente sia la manifesta carenza dei requisiti di imprenditorialità e possono essere relativi alla tipologia e alle modalità di svolgimento dell’attività o anche alla posizione fiscale del contribuente. Tali elementi sintomatici di rischio, ricercati sulla base del confronto dei dati e delle informazioni disponibili nelle banche dati dell’Agenzia delle Entrate, di quelli eventualmente acquisiti da altre banche dati pubbliche e private o attraverso segnalazioni provenienti da altri enti, se individuati, fanno scattare l’invito dell’ufficio a comparire di persona per fornire spiegazioni.

Ebbene, la mancata accettazione dell’invito comporta la cessazione della partita Iva e l’irrogazione di una sanzione pari a 3mila euro (articolo 1, comma 149, legge n. 197/2022). Lo stesso soggetto, può, però, successivamente richiedere l’attribuzione di un nuovo numero di partita Iva, previo rilascio di una polizza fideiussoria o fideiussione bancaria a favore dell’Amministrazione finanziaria, della durata di tre anni e per un importo, in ogni caso, non inferiore a 50mila euro.

Clicca sul link per scaricare il fac-simile della polizza fideiussoria da presentare nei casi previsti.

 

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