Finanziato dal programma Eureka, il progetto, denonimanato Sandplast (Quality Building Materials From Polymer Waste) ha sviluppato una nuova tecnologia che, partendo dai rifiuti plastici ‘poco reciclabili’ (soprattutto dal punto di vista economico) porta alla produzione di un materialecon proprietà molto simili al calcestruzzo, se non addirittura superiori.
Da ricerche precedenti, si è scoperto che almeno il 25% dei rifiuti plastici (soprattutto bottiglie, contenitori e vasetti dello yogurt) risulta inadatto al riciclaggio, almeno dal punto di vista economico: infatti, poichè contengono diversi tipi di polimeri, il processo di riciclaggio risulta più complesso e quindi molto costoso.
Quindi, in questi anni, si sono cercate soluzione alternative per evitare gli sprechi e recuperare quanta più plastica possibile. Una risposta al problema, sembra provenire da un gruppo di ricercatori di Spagna, Lettonia e Lituania che avrebbero individuato una soluzione ecologica per la gestione dei rifiuti della plastica.
Attualmente la teoria è in fase sperimentale: i ricercatori del Centro Tecnologico Lettone e dell’Istituto di Meccanica dei Polimeri dell’Università della Lettonia, in collaborazione con Hormigones Uniland, un’industria spagnola del cemento, hanno ottenuto dai polimeri termoplastici dei rifiuti una nuova sostanza legante da utilizzare in edilizia. Questa, se miscelata con altri materiali come la sabbia, realizza mattoni polimerici simili al calcestruzzo.
Il materiale da costruzione così ottenuto ha il vantaggio, rispetto al calcestruzzo, di assorbire una quantità inferiore d’acqua, risultando quindi più affidabile in particolari condizioni ambientali.
Ma questo “calcestruzzo senza calcestruzzo” non è l’unico materiale che si può ottenere dalla lavorazione a partire ai polimeri presenti nei rifiuti.
E’ nata di recente, giusto per fare un esempio, Partneris L.V., che si propone di sviluppare nuovi prodotti per l’edilizia dai rifiuti di plastica non più riciclabili.
Oltre a risultare meno costosi di quelli tradizionalmente usati in edilizia, questi i nuovi mattoni dovrebbero anche contribuire alla salvaguardia dell’ambiente grazie alla trasformazione dei polimeri presenti nei rifiuti.