Misura 22mt x 22mt e 10 tonnellate di peso, la guarnizione prodotta con materiali speciali capace di resistere ad una pressione di 37Kg/cm2, all’abrasione ed alla lacerazione, garantendo 45.000 tonnellate di tenuta d’acqua a contatto della colata di cemento, senza permettere la minima infiltrazione che potrebbe creare un effetto di implosione per decompressione.
La diga GURI DAM è la seconda più grande al mondo, costruita sull’Orinoco negli anni ’60, e misura 1,5 miglia di lunghezza con una profondità di 90mt., ed è la diga principale su una sequenza di quattro, per cui deve lavorare a pieno regime. Purtroppo l’usura del tempo ha portato oggi ad un utilizzo del 30% della struttura con conseguenti ripercussioni sulle altre e allo stesso approvvigionamento elettrico dell’intero paese.
Da qui la richiesta del governo venezuelano, attraverso la Corporazione Nazionale Venezuelana CORPOELEC, società che ha in gestione gli impianti idroelettrici sul territorio, di un progetto specifico che consentisse di effettuare interventi di manutenzione diretta sulle pareti della diga.
Una sfida molto ambiziosa questa, raccolta dalla nota azienda bergamasca, leader a livello mondiale nella produzione della gomma, su invito della GSE di Trieste – impresa che progetta e realizza attrezzature professionali subacquee (unici in Italia a progettare e costruire minisommergibili) - non solo per le dimensioni ma anche per applicazioni speciali come nel caso specifico.
Il progetto, chiamato “Compuerta flotante submarina”, ha previsto la costruzione di una porta sottomarina quadrata (prima al mondo come apparecchiatura subacquea) della stessa dimensione della bocca della diga, resa autonoma grazie alla perfetta adesione al cemento e alla massima tenuta idraulica derivata dalla autopropulsione e dalla guarnizione, così da garantire abilità di manovra permettendo l’accesso ai manutentori in totale sicurezza. Oltre alla porta, l’offerta ha compreso anche l’impiego di un piccolo sommergibile di supervisione in affiancamento in grado di scendere fino a 165 mt di profondità con tre tecnici a bordo.
Il tutto per un totale di 2.200 tonnellate, 250 addetti coinvolti, ed un valore commessa di 50 mln di euro.
Presentato nel 2005, e confrontato con altre proposte di società internazionali, il progetto è stato scelto dal committente perché ritenuto maggiormente esaustivo. Successivamente è stata realizzata una versione in scala ridotta per simulare e comprendere il funzionamento di tutto il sistema, così da verificarne l’effettiva rispondenza e idoneità.
La guarnizione di Oldrati, la più grande al mondo mai prodotta, vero cuore del sistema, è stata poi montata a puzzle direttamente sul posto con pezzi realizzati da stampo, mentre GSE ha sviluppato l’involucro ossia lo scafo resistente, i sommergibili miniaturizzati e tutte le attrezzature subacquee necessarie per la corretta installazione, con l’obiettivo di consentire, per la prima volta in assoluto la manutenzione, sigillando le bocche delle turbine dal lato d’ingresso, cioè in acqua.
I test sulla guarnizione sono stati condotti in Oldrati, tra cui il test di schiacciamento con pressioni di 1500 tonnellate per centimetro quadrato realizzati sulle guarnizioni (prodotti di notevoli dimensioni). Per condurre le prove, nel rispetto dei requisiti richiesti, Oldrati ha poi studiato, sempre in collaborazione con GSE, apposite attrezzature ed imballi. Attualmente è avvenuto il collaudo e prove di tenuta eseguite in presenza di tecnici altamente specializzati, ponendo particolare attenzione alla tenuta della guarnizione anche nei punti di giunzione per garantire la perfetta aderenza e l’operare in sicurezza, oltre ad attività di training dei piloti sottomarini, e si è in attesa dell’autorizzazione a procedere. Il progetto è, inoltre, in fase di omologazione internazionale per essere utilizzato in serie in futuro.
LINK:
www.oldrati.com
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