Dalla scoperta della quotidianità creativa e progettuale di uno studio di architettura, alla possibilità di cimentarsi con matita e foglio bianco per inventare nuove soluzioni abitative; dalle conferenze in piazze e in angoli suggestivi di grandi e piccoli centri, alla visita ai cantieri di costruzione; dalle installazioni artistiche, alle mostre di foto e di sculture, alle performance musicali, cinematografiche e teatrali. E, ancora: dalle lezioni di docenti universitari italiani e stranieri, agli incontri e dibattiti con altri professionisti.
Tutto questo e tanto altro è “Open Studi Aperti” l’iniziativa del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, che ha visto, il 26 e il 27 maggio, 640 Studi professionali in 84 province aprirsi, per la prima volta in contemporanea, al pubblico con architetti di fama internazionale insieme a giovani professionisti impegnati a diffondere la cultura architettonica e rinnovare la sensibilità nei confronti dell’ambiente, del paesaggio e dei territori a testimonianza del fatto che l’architettura non riguarda solo gli architetti o i costruttori ma, soprattutto, i cittadini.
Una voce plurale, quella di “Open Studi Aperti”, per ribadire che l'architetto è parte fondamentale della vita quotidiana delle comunità, come operatore di tutela e valorizzazione del paesaggio, dei territori, del patrimonio artistico e culturale del Paese e che si è articolata attraverso eventi, dibattiti, presentazioni, incontri e visite per quella che può senz’altro definirsi come la più importante manifestazione diffusa di architettura.
Una voce per ribadire la responsabilità e l’importanza della figura dell’architetto e il suo ruolo di protagonista negli interventi nello spazio pubblico e privato, nonché portatore di positivi valori collettivi in grado di dare un contributo decisivo nel risolvere le questioni sociali, economiche e culturali della nostra società.
Avvicinare i cittadini agli architetti significa anche condividere la funzione civile e culturale che è propria di ogni trasformazione dello spazio e del territorio, oggi tanto più importanti se solo si pensa al bisogno di rigenerazione delle città, soprattutto delle periferie, laddove l’impegno degli architetti italiani non punta solo a contrastarne il degrado ambientale e sociale ma anche a riaffermare i valori della civile convivenza, della solidarietà e della legalità.