I ritardi nei pagamenti alle imprese continuano a tenere banco. Se la pubblica amministrazione continua a non saldare i suoi debiti, i costruttori soffrono e la ripresa si fa più difficile. Che fare per risolvere questa scomoda situazione? Dai costruttori arriva una proposta.
L’appello dell’Ance
“Chiediamo a Governo e Parlamento di approvare una norma chiara e immediatamente applicativa, che consenta il pagamento, entro l’estate, delle imprese creditrici dei grandi gruppi in crisi. In gioco c’è il futuro delle imprese, dei lavoratori e delle loro famiglie. Servono azioni immediate e non cavilli che rischiano di ritardare sine die o rendere impossibile il pagamento dovuto di questi crediti, né è ammissibile che il costo sia addossato sulle spalle di tutte le imprese”.
È l’appello del presidente dell’Ance (Associazione Nazionale dei Costruttori Edili), Gabriele Buia, che, dopo l’incontro con i rappresentanti dei creditori di Sicilia, Sardegna e Quadrilatero Umbria-Marche, presso la sede dell’Associazione, richiama le Istituzioni alla responsabilità nei confronti di tutte le imprese in difficoltà.
Destano, infatti, preoccupazione le ultime ipotesi di modifica dell’emendamento al Dl crescita che istituisce il Fondo salva opere, destinato al pagamento delle imprese creditrici dei grandi gruppi in crisi, che non offrono le dovute garanzie alle aziende che già da tempo attendono di essere pagate.
“Attendiamo adesso un segnale concreto da parte del legislatore - conclude Buia - per assicurare che ci siano norme chiare e perentorie che garantiscano pari dignità a tutte le imprese”.