È stata apposta la firma sul Dpcm di adozione del primo stralcio del Piano nazionale del settore idrico - sezione invasi.
Proposto dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, e condiviso dai Ministri dell’Economia, dell’Ambiente, delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e dei Beni e delle Attività culturali, da Arera e dalla Conferenza Unificata, che ha rilasciato la propria intesa sul provvedimento, il Dpcm rappresenta il primo stralcio di260 milioni di euro del più ampio Piano nazionale, finanziato dalla legge di Bilancio 2019 con 1 miliardo di euro complessivo.
Quali interventi saranno finanziati?
Con le risorse stanziate dal Fondo investimenti, per 200 milioni di euro, e dalla legge di Bilancio 2019 per altri 60 milioni il primo anno, questo stralcio è in grado di finanziare 57 interventi di sola progettazione (per 18 opere) e di progettazione e realizzazione (altre 39 opere).
Si tratta di importanti interconnessioni idriche, ovvero completamenti di dighe mai ultimate o adeguamenti idraulici di dighe esistenti, rilevanti opere di messa in sicurezza di acquedotti, tra i quali quello a servizio della Capitale, o di ripristino di acquedotti danneggiati dal sisma del 2016, come quello di Ascoli Piceno, proposti dalle Autorità di distretto in sede di tavolo tecnico-politico Stato-Regione, istituito al Mit.
Frutto della sinergia e della concertazione tra Amministrazioni a differenti livelli, questo decreto è il primo passo di una più ampia politica che il Governo ha intrapreso e che punta, con uno sforzo economico complessivo di 2 miliardi di euro, all’incremento della sicurezza delle dighe e al potenziamento delle reti irrigue e potabili, per far fronte ai crescenti fenomeni della siccità.