Negli ultimi anni, la richiesta di pellet ha avuto una vera e propria impennata: con l’evoluzione di stufe e camini, diventati estremamente efficienti, questo materiale ha rappresentato una fonte di alimentazione efficace ed economica. Proprio l’aumento della domanda di mercato, tuttavia, ha aperto la strada alle truffe e non sono rare le segnalazioni di persone che lamentano di aver acquistato materiale scadente e privo di qualunque certificazione.
Per evitare di incorrere in raggiri - e sprecare inutilmente i propri soldi - è importante prestare molta attenzione alla qualità del pellet che si acquista. Ecco allora qualche dritta da seguire per comprare in modo sicuro e sfruttare al massimo i vantaggi che offre questo materiale: ne abbiamo parlato con Pellet1, e-commerce specializzato nella vendita di pellet.
Ecologico, salutare ed economico: i vantaggi di un buon pellet
Tra i tanti plus del pellet, uno dei più importanti è legato al suo ridotto impatto ambientale. Essendo un prodotto organico, infatti, inquina molto poco, producendo una quantità di CO2 nettamente inferiore in rapporto ad altri combustibili.
Un materiale green, ma anche amico della salute: immettendo nell’atmosfera meno sostanze nocive, il pellet rappresenta la scelta ideale per il riscaldamento di casa, soprattutto se vi abitano bambini, anziani o persone con difficoltà respiratorie o che soffrono di allergie, che potranno scaldarsi mantenendo comunque negli ambienti un’aria salubre.
Il pellet permette anche di risparmiare: non solo investire sull’acquisto di questo materiale è molto più conveniente rispetto a comprare legna da ardere, ma i costi complessivi nel medio e lungo periodo risultano decisamente inferiori in confronto all’utilizzo dei tradizionali termosifoni.
A fronte di questi vantaggi, come è possibile essere vittima di truffe? Purtroppo, nella maggior parte dei casi, ciò accade perché l’acquirente non si è rivolto alle aziende specializzate che offrono prodotti certificati.
L’importanza delle certificazioni
Ogni sacco di pellet acquistato presso un rivenditore serio e onesto è accompagnato dalla relativa etichetta, che non solo indica la provenienza del prodotto ma riporta anche le certificazioni che sono garanzia della qualità del materiale. Tra le più prestigiose ricordiamo in particolare HD+ e ENplus, di cui sono stati stabiliti gli standard a partire dalla normativa europea 14961-2.
Nello specifico, la certificazione HD+ assicura che l’intero processo produttivo del materiale si è svolto in maniera molto scrupolosa, cominciando dalla scelta della materia prima stessa, proveniente da legname di foreste austriache e tedesche, a propria volta certificate e gestite secondo i criteri della silvicoltura sostenibile (il che significa che la legna utilizzata per la produzione del pellet non compromette l’integrità dell’ecosistema e l’esistenza delle specie animali e vegetali che popolano le foreste).
Un’altra peculiarità offerta dalla certificazione HD+ riguarda il taglio dei cilindretti, effettuato in maniera uniforme, con altezza massima di 3 cm e diametro di 6 mm, con l’obiettivo di garantire un prodotto altamente performante da un lato e di ridurre al minimo (0,3%) l’emissione di ceneri. Un pellet certificato HD+, infine, si distingue per un alto potere calorifico e un’ottimizzazione del tasso di umidità.
Per quanto riguarda, invece, la certificazione ENplus, si tratta di un documento fondamentale per verificare i requisiti tecnici del pellet, come per esempio durabilità meccanica, diametro e lunghezza, percentuale di emissioni, residuo di ceneri (che, per un pellet di qualità, deve essere sempre inferiore all’1%) e tasso di umidità, anch’esso minore o uguale del 10% per avere un buon prodotto.
Consigli utili per orientarsi nella scelta
Oltre alla presenza delle certificazioni necessarie riportate sull’etichetta del prodotto, per evitare le truffe è importante anche seguire alcuni semplici consigli che aiutano a riconoscere un pellet di buona qualità.
A tale proposito, un mito da sfatare riguarda il colore: la tonalità del pellet non è legata alla sua qualità, bensì alla tipologia di legno da cui è stato ricavato. Se la nuance non è un fattore discriminante, lo è però la fattura dei cilindretti, che devono essere il più possibile omogenei, levigati e senza screziature.
Un buon pellet lo si riconosce anche al tatto: quello migliore, infatti, è più morbido, riuscendo in questo modo a produrre calore in tempi brevi.
Da ultimo, per riconoscere un pellet di buona qualità bisogna prestare attenzione anche al packaging, tenendo presente che le aziende più serie propongono sacchi compatti ma allo stesso tempo maneggevoli, imballati con plastica molto robusta, che ha anche la funzione di proteggere il prodotto dall’umidità.