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Piano Casa in Liguria

Lavori pubblici di
Fissati i Criteri per l'Ampliamento di Abitazioni per Venire Incontro ai Fabbisogni Abitativi delle Famiglie e Incentivare il Settore Edilizio


La Giunta regionale ha approvato oggi il suo Piano Casa. Non proprio una conseguenza di quello annunciato dal Governo, che non ha mai prodotto un decreto attuativo annunciato.

Nonostante ciò la Liguria si è impegnata, come le altre regioni, a presentare una legge entro la pausa estiva. "Il Consiglio regionale - ha detto il presidente Claudio Burlando- spinge perché venga approvata molto presto: dovrebbe accadere entro la fine di luglio o al massimo per l'inizio di agosto".

Nove articoli per regolamentare, secondo l'intesa tra Stato e regioni dell'aprile scorso, il recupero di edifici residenziali non superiori a 1000 metri cubi, per venire incontro alle esigenze delle famiglie e dei piccoli artigiani e contribuire al rilancio dell'edilizia nel rispetto del territorio.

Il criterio fondamentale è la proporzionalità degli ampliamenti consentiti alla cubatura esistente:

- ampliamenti fino al 30% per gli stabili fino 200 metri cubi
- ampliamenti fino al 20% per gli stabili da 200 a 500 metri cubi
- ampliamenti fino al 10% per gli stabili da 500 a 1000 metri cubi

Sono ammesse deroghe (aumenti dal 5 al 10% dell'ampliamento consentito) in alcuni casi: - messa in sicurezza antisismica - impiego di materiali tradizionali, ardesia ligure in primo luogo - impianti per l'impiego di energie alternative"Le parti nuove - precisa l'assessore Carlo Ruggeri vanno fatte ovviamente a norma. Se il proprietario coglie l'occasione per mettere a norma tutto l'edificio allora ha diritto a una deroga sulle percentuali fissate".

Oltre alle abitazioni ad uso residenziale sono inclusi nella regolamentazione anche gli edifici che ospitano attività socioassistenziali e socioeducative.

Il provvedimento si inquadra nella generale strategia anticrisi e ha durata limitata nel tempo, due anni. "La crisi, che è venuta dopo l'esplosione del mercato immobiliare, ha reso più urgenti molti problemi legati al fabbisogno abitativo - spiega Burlando - ricevo molte lettere di capifamiglia che mi fanno presente la difficoltà di trovare casa per i figli che si sposano o per altre esigenze. In molti di questi casi un piccolo ampliamento può risolvere grandi problemi".

Senza contare che in questa situazione le richieste per accedere alla residenzialità pubblica allungano le graduatorie: "Se grazie a questo decreto diminuisse un poco la pressione sull'edilizia pubblica - prosegue Burlando - sarebbe un grande aiuto. Stiamo già alienando il 10% del patrimonio Arte per avere nuove risorse da impiegare per costruire nuove case pubbliche".

La procedura che devono seguire i proprietari è la più semplice possibile: una Dia, dichiarazione di inizio lavori.

Saranno poi i comuni a verificare la congruità del progetto ai criteri stabiliti.

La legge darà anche un importante strumento ai comuni per procedere alla demolizione e alla ricostruzione di edifici antiquati e incongrui rispetto alle previsioni dei piani di bacino e al contesto urbanistico ambientale. "Ma nessuno - avverte Ruggeri - pensi di ricostruire allo stesso modo e, in molti casi, negli stessi luoghi".

Sono esclusi dal piano casa gli edifici abusivi e condonati, di pregio e vincolati dalle soprintendenze, situati in aree demaniali, inondabili e a rischio frana, nei centri storici (con alcune piccole deroghe) e in zone di tutela ambientale.

Esclusi anche i territori del Parco Nazionale delle Cinque Terre e di tutti i parchi regionali. Sulla costa sono interdette le zone protette dal piano paesistico: in pratica tutto o quasi il fronte mare.