Il decreto legge che contiene "Misure urgenti in materia di edilizia, urbanistica ed opere pubbliche" diversamente da quanto previsto dall'Ordine del giorno del Consiglio dei ministri non è stato messo in discussione nella riunione del 15 maggio 2009"poichè avevamo assunto l'impegno con le regioni di trovare l'accordo sul testo", ma l'intesa è mancata nella conferenza unificata riunitasi il giorno prima.
Tuttavia "tutte le regioni stanno procedendo nel percorso della legge regionale (previsto dall'Intesa del 31 marzo scorso) quindi il fatto che venerdì mattina scorso non sia stato approvato in Consiglio dei ministri questo provvedimento non da nessun rallentamento ai tempi necessari e prevediamo che entro luglio siano approvate tutte le leggi regionali e a partire dai primi di agosto il Piano casa dovrebbe essere operativo".
Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri di venerdì ha fatto il punto sull' Iter procedurale del Piano casa che permette l'ampliamento delle abitazioni mono e bifamiliari del 20 e del 30%.
Il Piano casa del Governo è stato lanciato originariamente nella manovra finanziaria dell'estate scorsa.
Il cosiddetto Piano straordinario per l'edilizia residenziale pubblica, pensato per riammodernare il patrimonio immobiliare pubblico e finalizzato a dare un alloggio sociale alle famiglie disagiate, agli anziani, alle giovani coppie.
Il Cipe - nella riunione dell'8 maggio - ha assegnato alla realizzazione del Piano straordinario un primo stanziamento per complessivi 350 milioni di euro.
Di questi: 200 milioni di euro sono da ripartire tra le Regioni per l’edilizia popolare; gli altri 150 milioni sono destinati al sistema integrato di fondi immobiliari per l’incremento della dotazione degli alloggi sociali.
Gli altri due progetti che completano oggi il Piano casa sono stati proposti dal presidente del Consiglio per rilanciare un settore chiave della nostra economia quale è l'edilizia e, nello stesso tempo, andare incontro alle esigenze delle famiglie italiane.
Cosa prevede l'intesa del 31 marzo 2009:
1. per gli edifici residenziali uni-bifamiliari o comunque di cubatura non superiore a 1000 metri possibilità di ampliamento entro il limite del venti per cento della volumetria esistente;
2. demolizione e ricostruzione possibilità di ampliamento per edifici a destinazione residenziale entro il limite del trentacinque per cento della volumetria esistente, al fine di migliorarne qualità architettonica ed efficienza energetica, nonché di utilizzare fonti di energie rinnovabili;
3. semplificazione delle procedure per velocizzare la concreta applicazione di quanto previsto.
Sono esclusi interventi edilizi di ampliamento su edifici abusivi o nei centri storici o in aree di inedificabilità assoluta.