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Piano d’Azione Nazionale per gli Acquisti Verdi (GPP)

Ecologia e tutela ambientale di
Il provvedimento vuole far fronte alle esigenze di sostenibilità ambientale nell'ambito di acquisto di servizi e beni della PA

È stato pubblicato in gazzetta Ufficiale n. 107 il Decreto interministeriale n. 135 dell’11 aprile 2008 che recepisce il Piano d’Azione Nazionale per la sostenibilità dei consumi della Pubblica Amministrazione (Green Public Procurement).

Il provvedimento, consultabile direttamente dal sito del Ministero dell’Ambiente, prevede l’azione di misure volte all’integrazione delle esigenze di sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
L’obiettivo è rendere un importante contributo per indirizzare le azioni dell’Italia verso lo sviluppo sostenibile e l’innovazione del sistema produttivo, nell’ambito della più ampia strategia per il consumo e la produzione sostenibili.

Adottare una politica di Green Public Procurement - Acquisti Pubblici Verdi - significa integrare considerazioni di carattere ambientale nei processi d’acquisto delle Pubbliche Amministrazioni.
La Commissione Europea definisce il GPP come “l’approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”.
Il Piano per gli Acquisti Pubblici Verdi, quindi, è uno strumento di politica ambientale che intende favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale partendo primariamente dall’azione della Pubblica Amministrazione.

In base alle stime della Commissione Europea, la spesa pubblica nei paesi membri nel 2002 ammontava a 1.500 miliardi di Euro, pari al 16,3% del relativo PIL, un contributo notevole da parte della PA. Se tutti gli acquisti di beni, servizi e lavori fossero effettuati scegliendo le opzioni a minore impatto ambientale e stimolando il mercato a migliorare le proprie prestazioni, i vantaggi per l’ambiente sarebbero considerevoli.

La diffusione del GPP, partendo dalla Pubblica Amministrazione, potrebbe agevolare anche il settore privato e i consumatori a fare scelte di acquisto migliori sotto il profilo ambientale e incentivare il sistema produttivo all’innovazione tecnologica, potenziando ulteriormente gli effetti sull’ambiente.
Il GPP, negli ultimi anni, ha raggiunto un elevato livello di priorità in materia di politica ambientale; così, il Piano d’Azione Nazionale di Acquisti Pubblici Verdi ha proprio l’obiettivo di dare la più ampia diffusione a questo strumento presso le Amministrazioni italiane.
In questo senso, va tenuto presente che gli acquisti pubblici dovrebbero fare riferimento ai tre pilastri della sostenibilità - ambientale, economico e sociale - includendo tra i criteri sociali quelli di sicurezza e salute ed integrandoli con quelli etici.

L’integrazione degli aspetti ambientali nei processi di acquisto si basa su una visione d’insieme di tutto il ciclo di vita, permettendo così di prendere in considerazione non solo gli aspetti attribuibili alla progettazione, alla produzione, all’uso e allo smaltimento, ma anche i costi effettivi per la collettività.
Tale impostazione determina la stessa potenzialità del GPP che può essere considerato uno strumento di contenimento della spesa pubblica in quanto confronta non solo il costo di produzione del bene ma il suo intero ciclo di vita, oltre a proporre un modello culturale di contenimento dei consumi e di “dematerializzazione”, il tutto in conformità con quanto previsto dagli artt. 68, 93, 154 e dall’Allegato VIII del D. Lgs. 12 aprile 2006 n. 163.

Il Green Public Procurement, collegato con gli altri strumenti della Politica Integrata dei Prodotti (IPP), oltre a portare significativi risultati ambientali (riduzione delle emissioni di gas, della produzione di rifiuti o della produzione di sostanze pericolose) ha importanti implicazioni per l’Ente che lo applica, e in generale per il contesto delle politiche ambientali ed economiche.

In particolare, può favorire la diffusione di modelli di consumo e di acquisto sostenibili anche presso le aziende private e i singoli cittadini, attraverso il ruolo di esempio che le PA possono rivestire nei confronti dell’opinione pubblica; può favorire la razionalizzazione della spesa pubblica, dal momento che il GPP facilita una considerazione del costo totale, includendo, accanto al prezzo, anche i costi indiretti, in modo da effettuare scelte d’acquisto convenienti dal punto di vista economico-finanziario in un’ottica di medio e lungo termine; può favorire l’integrazione delle considerazioni ambientali nelle altre politiche dell’ente, coinvolgendo in modo trasversale settori che tradizionalmente non si occupano di ambiente e settori che possono incidere notevolmente sulle performance ambientali dell’ente, quali i trasporti, le infrastrutture e l’edilizia; può favorire la diffusione di una cultura ambientale sia nel mercato dell’offerta che della domanda, oltre a stimolare le imprese a investire in Ricerca e Sviluppo e a proporre soluzioni eco-innovative che possano soddisfare il committente pubblico.

Così, coerentemente con le indicazioni fornite dalla Commissione Europea, il Piano d’Azione Nazionale in Italia ha lo scopo di diffondere il GPP attraverso:
• il coinvolgimento dei soggetti rilevanti per il GPP a livello nazionale;
• la diffusione della conoscenza del GPP presso la Pubblica Amministrazione e gli altri enti pubblici, grazie ad attività di divulgazione e di formazione;
• la definizione, per prodotti, servizi e lavori identificati come prioritari per gli impatti ambientali e i volumi di spesa, di indicazioni metodologiche per la costruzione di processi di acquisto “sostenibili” e di criteri ambientali da inserire nei capitolati di gara;
• la definizione di obiettivi nazionali, da raggiungere e ridefinire ogni tre anni;
• il monitoraggio periodico sulla diffusione del GPP attraverso analisi dei benefici ambientali ottenuti.

La strategia italiana intende incidere su alcune problematiche ambientali di carattere generale ritenute particolarmente rilevanti nel nostro contesto. Nello specifico si vorrebbe ottenere:
• Maggiore efficienza e risparmio nell’uso delle risorse, in particolare dell’energia, con la conseguente riduzione delle emissioni di CO2;
• Riduzione dell’uso di sostanze pericolose;
• Riduzione quantitativa dei rifiuti prodotti;
• Riduzione delle emissioni inquinanti e dei relativi rischi ambientali

Tutte le azioni intraprese dovranno rispondere a due principi importanti per la promozione dello sviluppo sostenibile, ovvero

• Perseguire il principio della dematerializzazione della nostra economia, intendendo la graduale riduzione degli sprechi e ottimizzazione delle risorse impiegate (materiali ed energetiche), per il soddisfacimento delle medesime funzioni. Ciò potrà avvenire favorendo l’innovazione tecnologica nei cicli produttivi, lo sviluppo di materiali da materie prime rinnovabili o a minor contenuto di risorse, l’impiego di fonti energetiche rinnovabili, la sostituzione dell’acquisto di prodotti con quello di servizi che svolgano la medesima funzione;

• Diffondere modelli di acquisto e di consumo che pongano attenzione agli impatti ambientali e all’uso di risorse attraverso pratiche di buona gestione. Grande attenzione dovrà essere posta alla diffusione di conoscenze sulla corretta gestione dei prodotti, il risparmio energetico, il recupero dei prodotti e dei materiali a fine ciclo di vita. La conoscenza di tali aspetti dovrà essere veicolata per quanto possibile attraverso attività di comunicazione e documenti di facile lettura destinati agli addetti agli acquisti e ai fruitori dei beni in questione.

L’obiettivo nazionale dell’intero Piano è riuscire a portare, entro il 2009, il livello degli acquisti “ambientalmente preferibili” in linea con i più elevati livelli europei. Attualmente, in base alla rilevazione condotta dallo Studio Take Five su diversi parametri di attuazione di GPP, l’Italia è posizionata all’ottavo posto, tra i 25 Paesi europei.
Così, se gli obiettivi saranno raggiunti, l’Italia potrà migliorare il proprio posizionamento nei confronti dei Paesi considerati i più impegnati realizzatori di politiche di GPP.
 
Il testo del Decreto e del Piano sono disponibili sul sito: www.dsa.minambiente.it/gpp .