Pnrr: ecco come ridurrà il divario Nord-Sud

Lavori pubblici di Marco Zibetti
Il 48% delle risorse del Pnrr di competenza del Ministero delle Infrastrutture è destinato al Sud del Paese. Vediamo insieme come verrà utilizzato

Tra gli obiettivi del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) c’è quello di ridurre le disuguaglianze tra il Nord e il Sud del nostro Paese. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili svela le modalità con cui verrà perseguita questa finalità.

Gli investimenti destinati alle regioni del Mezzogiorno ammontano a 33,8 miliardi di euro, sui 61,4 miliardi delle risorse del Pnrr e del Piano Nazionale Complementare (Pnc) assegnati al Mims. Si tratta del 56% delle risorse allocabili territorialmente, una quota ben superiore al 40% da destinare al Sud prevista nel Pnrr.  Se poi si considerano le sole risorse aggiuntive rispetto a quelle previste a legislazione vigente, la quota per il Sud degli investimenti di competenza del Mims sale al 63%, segno della chiara volontà del Ministero di accelerare il recupero del divario territoriale in termini di infrastrutture e mobilità che ancora penalizza le aree meridionali.

Come verranno utilizzate le risorse del Pnrr?

In particolare, è destinato alle regioni del Mezzogiorno il 48% delle risorse del Pnrr di competenza del Mims e il 75% delle risorse del Pnc. Per alcuni investimenti le allocazioni territoriali sono già individuate all’interno dei due piani, come quelle relative all’alta velocità ferroviaria per passeggeri e merci per le linee Salerno-Reggio Calabria (1,8 miliardi dal Pnrr per i lotti che saranno completati entro il 2026 e 9,4 miliardi da Pnc per il resto della tratta), Napoli-Bari e Palermo-Catania. Allo stesso modo sono già allocati dal Pnrr i fondi destinati al potenziamento e velocizzazione delle tratte ferroviarie che consentono le connessioni “diagonali”, come la Roma-Pescara e la Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia.

Per gli investimenti di competenza diretta o indiretta del Mims, la ripartizione e allocazione delle risorse su base regionale riguarda oltre 25 miliardi di euro. Di essi 13 miliardi (oltre il 50%) sono stati attribuiti alle regioni del Mezzogiorno. Un’attenzione particolare è stata rivolta alle misure per migliorare la mobilità e gli spostamenti locali, che interessano soprattutto lavoratori e studenti, e per ridurre l’inquinamento nei centri urbani. Vanno in questa direzione gli investimenti per 983 milioni di euro dedicati al Mezzogiorno per il rinnovo degli autobus extraurbani e urbani, così da migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni inquinanti, con particolare riguardo ai grandi Comuni e a quelli che presentano tassi di inquinamento più elevati. Al Mezzogiorno va oltre il 50% delle risorse previste per lo sviluppo della mobilità ciclistica (urbana e turistica), il 74% delle risorse dedicate al potenziamento delle ferrovie regionali (oltre 2 miliardi su un totale di 2,7 miliardi). I territori del Sud beneficeranno anche del 100% delle risorse previste per i treni ‘Intercity verdi’, pari a 200 milioni di euro. Una quota impostante di risorse è anche attribuita ai porti del Mezzogiorno, oltre 1,5 miliardi, pari al 44% del totale nazionale di 3,4 miliardi e 80 milioni, sono destinati al rinnovo e potenziamento delle navi che operano sullo Stretto di Messina. La totalità delle risorse del Pnrr destinata a interventi per favorire la competitività e lo sviluppo delle Zone economiche speciali (Zes), pari a 630 milioni di euro, è stata allocata nelle aree del Sud. Per migliorare le infrastrutture idriche sono state ripartite nelle regioni del Mezzogiorno risorse pari a 1 miliardo su complessivi 2 miliardi, mentre per la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica e il progetto ‘Pinqua’ sulla qualità dell’abitare le risorse del Pnrr e del Pnc assegnate al Sud ammontano a 2 miliardi su complessivi 4,8 miliardi, il 42%.

Per alcuni investimenti in via di definizione non è ancora possibile calcolare l’allocazione regionale, ma i provvedimenti attuativi terranno comunque conto del rispetto della quota minima del 40% per le regioni del Sud. È il caso dell’investimento sul progetto di mobilità integrata ‘Mobility as a service’ realizzato in collaborazione con il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione Digitale e l’investimento per lo sviluppo della filiera industriale degli autobus elettrici. Sono in via di definizione e non ancora regionalizzati gli interventi relativi alla sperimentazione dell’idrogeno nel trasporto ferroviario.


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