Il ruolo dell’architetto non si può limitare alla progettazione del singolo edificio o della singola opera. Devono essere sempre ben chiari il contesto e gli obiettivi di sviluppo della città. A maggior ragione nell’ambito del Pnrr. Di queste tematiche ha parlato Francesco Miceli, presidente del Cnappc, in occasione della Conferenza internazionale “Architetti competenti per città competenti”, andata in scena a Roma.
“Siamo al centro di un profondo cambiamento culturale - ha dichiarato - fondato sullo storico rapporto uomo-ambiente, oggi caratterizzato da grandi temi ed in particolare dal contrasto al cambiamento climatico nel quadro della transizione ecologica. In questo senso anche le competenze degli Architetti dovranno adeguarsi ai nuovi scenari, per svolgere un ruolo all’interno delle strategie del Pnrr ed in sintonia con i principi del NEB (New European Bauhaus), un ruolo sempre più ponte tra sapere tecnico-scientifico e sapere umanistico-culturale. Dobbiamo, quindi, definire ed accrescere le nostre competenze per essere in grado di intraprendere le sfide della complessità che stanno davanti a noi e coglierne le opportunità. L’impegno da promuovere dovrà necessariamente avere come cornice l’Europa e dovrà essere declinato attraverso il binomio qualità dell’architettura e futuro delle città”.
La Conferenza organizzata dal CNAPPC intendeva stimolare una riflessione e un confronto con chi ha la responsabilità e il ruolo di gestire la formazione della prossima generazione di architetti. Tutto ciò nell’anno, il 2023, eletto dalla UE “anno Europeo delle competenze” e nel corso del quale si svolgerà, dal 2 al 6 luglio a Copenaghen, il Congresso mondiale dell’UIA (l’Unione Internazionale degli Architetti) sul tema “Il futuro sostenibile non lasci nessuno indietro”, che pone l’accento sul ruolo sociale dell’architettura piuttosto che su quello estetico culturale.
La grande sfida della transizione energetica
Per Diego Zoppi, responsabile del Dipartimento dei Rapporti con Istituzioni estere del CNAPPC, “le sfide legate alla transizione energetica e il passaggio a tappe forzate verso un’economia circolare che l’Europa si sta imponendo, prevedono nuove competenze per tutti gli operatori economici e professionali. Anche gli Architetti devono quindi raccogliere la sfida di un rinnovamento professionale, che non si limiti ad un aggiornamento tecnico o a una maggiore dimestichezza con la sostenibilità, ma devono interrogarsi se lo straordinario progresso della digitalizzazione, dell’integrazione delle conoscenze, della nuova demografia e le nuove sensibilità culturali non debbano prevedere un ripensamento del ruolo dell’Architetto”.
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