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Polizza catastrofale: cosa piace e cosa non piace alle imprese

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Polizza catastrofale: cosa piace e cosa non piace alle imprese
Obbligo o opportunità? La polizza catastrofale può salvare le imprese dai disastri naturali, ma solo con regole chiare e un piano di prevenzione sul territorio

La proroga dell’obbligo di sottoscrivere una polizza catastrofale per le imprese è un segnale importante, ma non basta. Per trasformare questo obbligo in una reale leva di protezione economica e prevenzione territoriale servono chiarezza normativa, strategia a lungo termine e un piano strutturale d’interventi. È questo, in sintesi, l’allarme lanciato dal vicepresidente di ANCE, Stefano Betti, durante l’audizione alla Commissione Ambiente della Camera sul decreto che introduce misure urgenti per l’assicurazione contro i rischi naturali.
“L’obbligo può essere uno strumento utile per ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici e dei disastri naturali, ma va applicato con razionalità ed efficacia”, ha sottolineato Betti. L’Italia, d’altronde, è tra i Paesi europei più vulnerabili: terremoti, alluvioni e dissesti idrogeologici sono sempre più frequenti e devastanti. Eppure, secondo i dati BCE, solo un quarto delle perdite da eventi climatici estremi è coperto da assicurazione.
Le polizze, sostiene ANCE, aiutano le imprese a ripartire più rapidamente dopo una catastrofe, limitano i danni economici complessivi e alleggeriscono il peso sugli aiuti pubblici. Ma non devono diventare un alibi per trascurare la prevenzione: senza un piano strutturale di messa in sicurezza del territorio, l’obbligo assicurativo rischia di essere solo una toppa.
E poi c’è il nodo dell’effettiva applicazione. Le misure finora adottate, osserva Betti, “si sono rivelate spesso poco efficaci”, frenate da scarsa capacità di spesa e da una logica emergenziale. Il decreto attuativo del 30 gennaio 2025 ha lasciato aperti molti interrogativi. Tra questi: chi è davvero obbligato a stipulare la polizza? Quali immobili rientrano nella copertura? Come funzionano le sanzioni?

Polizza catastrofale: come risolvere le criticità?

ANCE propone cinque chiarimenti urgenti:
- limitare l’obbligo ai beni iscritti nell’attivo immobilizzato dell’impresa, escludendo quelli in locazione;
- definire meglio i criteri per assicurare immobili con difformità edilizie, distinguendo tra casi sanabili e non;
- escludere i “beni merce” dall’obbligo;
- chiarire che le sanzioni riguardano solo gli aiuti pubblici legati all’evento catastrofale;
- introdurre un sistema mutualistico che bilanci i costi tra aree a rischio alto e basso.
Infine, ANCE insiste: sì alla polizza catastrofale, ma non dimentichiamo le vere priorità. Serve mettere in sicurezza edifici e infrastrutture esistenti, investire in tecniche costruttive resilienti e pianificare il territorio in modo consapevole, tenendo conto delle specificità locali. La gestione del rischio richiede un cambio di paradigma: non solo copertura, ma prevenzione reale.


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