Presentato il Rapporto INAIL 2007

Sicurezza e Sistemi di Protezione di Marco Zibetti
Diminuisce il numero di infortuni e morti sul lavoro che rimangono concentrati nel Nord del paese. Aumentano gli infortuni tra lavoratori stranieri e atipici.

Il Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha presentato nelle scorse settimane, il Rapporto Annuale Inail 2007 sugli infortuni e le morti sul lavoro

L’atteso documento annuale contiene dati positivi sia in relazione alle vittime del lavoro, sia per l’andamento più generale del fenomeno di diminuzione degli infortuni.

Nel 2007, infatti, il numero degli incidenti sul lavoro è diminuito di circa 15.500 unità, facendo così registrare una flessione dell'1,7% rispetto all'anno precedente.

Nonostante la notizia sia confortante rispetto il Rapporto Annuale del 2006, il quale riportava invece un aumento sensibile delle morti bianche, – non è considerata ancora insufficiente dallo stesso Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

Durante la presentazione del rapporto il Ministro ha infatti affermato: “Voglio trascurare l'andamento positivo dell'ultimo anno, non perché voglia sottovalutarlo, ma perché si tratta di un calo insoddisfacente rispetto a quanto un paese evoluto deve pretendere”.

In ogni caso, è da segnalare che, si tratta di un calo che, al di là dei numeri, risulta ancor più significativo in considerazione del fatto che nel 2007 il numero degli occupati (fonte ISTAT) è cresciuto dell'1%.
Si osserva inoltre che: più del 60% degli infortuni è concentrato al Nord e in particolare nel Nord-Est industrializzato (nel 2007 sono stati denunciati quasi 299mila casi, un terzo del totale nazionale).

Da un'analisi territoriale più approfondita emerge che la flessione abbia riguardato quasi tutte le regioni italiane, ad eccezione di Sicilia (+4,1%), Lazio, Calabria e Provincia autonoma di Bolzano.

La regione in cui è stato rilevato l’indice di frequenza infortunistica più elevato è l’Umbria (con un indice superiore del 47% rispetto alla media nazionale, ma in calo rispetto al triennio precedente).

Se i settori più a rischio rimangono quelli dell’Industria pesante, delle Costruzioni e dei Trasporti, è interessante notare che il 57% degli infortuni si è verificato “solo” in 18mila aziende.
Cioè, ribaltando il dato, che risale al 2006, le aziende senza infortuni nel corso dell'anno sono la stragrande maggioranza (92,4%).

Per quanto riguarda i casi mortali – per i quali si hanno, tuttavia, dati ancora provvisori - la diminuzione rispetto alla rilevazione precedente dovrebbe essere pari al 12,8% (1.170 i casi denunciati rispetto ai 1.341 dell’anno precedente): in questa tendenza generale alla flessione, in particolare si sono distinti il settore dell'Agricoltura (-21%) e quello dell'Industria e Servizi (-12%). con un leggero incremento (da 12 a 14 casi) tra i Dipendenti Statali.

Per quanto riguarda gli infortuni mortali avvenuti nello svolgimento delle attività lavorative, si osserva una diminuzione del 18,1% rispetto al 2006 e complessivamente addirittura del 30,1% nel periodo 2001-2007, ma un dato che continua a preoccupare è , invece, quello dei morti sulla strada che rappresenta il 52,1% degli incidenti mortali totali.

Per quanto riguarda gli stranieri: gli infortuni che hanno visto coinvolti i lavoratori stranieri sono aumentati dell'8,7% (140mila denunce nel 2007 contro le 129mila del 2006).

Il rapporto INAIL segnala una controtendenza rispetto al dato generale, dovuto probabilmente anche al progressivo inserimento della manodopera straniera in un circuito "ufficiale"

Al primo posto, con oltre 20mila denunce pari a circa il 14,5% degli infortuni totali dei lavoratori stranieri, il settore delle Costruzioni.

I dati emersi segnalano ancora un fenomeno drammaticamente significativo e rilevante in termini sociali, benché le statistiche dicono che il 92,4% delle aziende non hanno subito nel corso dell'anno alcun infortunio.

Ciò mette in evidenza, ad esempio, come degli 836mila infortuni denunciati nel 2006 dalle aziende del settore Industria e Servizi, più della metà (477mila, pari al 57% del totale) si concentrino in sole 18mila aziende.

In un momento in cui è particolarmente sentito il problema infortuni sul lavoro, è utile fare un raffronto con gli altri paesi dell’Unione Europea per verificare se l’allarme, più volte lanciato in Italia, riguardi solo il nostro paese.

Un confronto fatto sulla base dei tassi di incidenza nel 2005 (ultimo anno reso disponibile) relativi agli infortuni in complesso mostra la buona posizione dell'Italia rispetto alla media europea.

Con un indice pari a 2.900 infortuni per 100.000 occupati, siamo al di sotto sia del valore riscontrato per Euro-Area (3.545) che per quello della U.E. dei 15 (3.098). Il nostro indice è al di sotto anche di paesi come Spagna, Francia e Germania.

Differente la valutazione relativa agli infortuni mortali: con un indice nazionale pari a 2,6 decessi ogni 100.000 occupati (dati sempre riferiti al 2005), l’Italia si pone al di sopra della media dell’Europa dei 15 (2,3) e praticamente in linea con quelli dell’Euro-Area (2,5).


Questo sito utilizza i cookies per offrirti un'esperienza di navigazione migliore. Usando il nostro servizio accetti l'impiego di cookie in accordo con la nostra cookie policy.