Nei giorni scorsi il Governo ha incontrato gli ordini professionali nella Sala Verde di Palazzo Chigi. Ha partecipato anche il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, rappresentato dal suo presidente, Angelo Domenico Perrini. Vediamo cos’è emerso.
Tra i temi al centro dell’incontro c’erano le prospettive legate all’attuazione dell’autonomia differenziata regionale, la sintesi tra le norme sull’Equo compenso e quelle del nuovo Codice degli appalti pubblici, la formazione e l’accesso agli ordini, la possibilità di introdurre forme di tutela per gli esercenti le professioni sanitarie in relazione alle norme penali.
L’intervento del presidente del CNI
Il Presidente del CNI, Angelo Domenico Perrini, nel corso del suo intervento, ha innanzitutto sottolineato la necessità di introdurre il principio dell’obbligatorietà di iscrizione all’Albo per tutti coloro che svolgono attività professionali (intese come quelle definite dal dpr 328/2001), anche come lavoratori dipendenti in enti pubblici o aziende private. Perrini ha sottolineato come, a fronte di un milione di laureati in ingegneria, solo un quarto di loro sono ingegneri iscritti all’Albo. Si tratta di un’evidente discrasia che occorre eliminare, considerando che tre quarti degli ingegneri non rispondono ad obblighi deontologici, alla formazione obbligatoria e non garantiscono l’utenza con un obbligo assicurativo.
In secondo luogo, Perrini ha invitato a togliere tutti gli ostacoli che si frappongono all’istituzione della laurea abilitante ai sensi dell’art 4 della legge 163/2021 per gli iscritti ai Consigli nazionali che hanno espresso la volontà di procedere in questa direzione. Va sottolineato che gli ingegneri sono stati i primi a farne richiesta. Infine, il Presidente del CNI ha invitato a procedere alla riforma del Dpr 169 per introdurre principio tutela di genere e per regolamentare il voto a distanza, allo stato definito da sentenze in sede giurisdizionale.
Il Governo, rappresentato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, dal Ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, dal Ministro della salute, Orazio Schillaci, dal Viceministro della giustizia, Francesco Paolo Sisto, e dal Sottosegretario alle imprese e al Made in Italy, Fausta Bergamotto, ha ribadito l’attenzione nei confronti degli ordini professionali quali elementi qualificati e qualificanti del “Sistema Italia”, ognuno nella propria autonomia, ma nel quadro comune della difesa dell’interesse nazionale.
Professioni: le risposte del Governo
Nel corso della riunione, il Governo ha chiarito che, in vista del confronto con le regioni che hanno richiesto o richiederanno l’attribuzione di nuove funzioni, anche in materia di regolazione delle attività professionali, alle regioni non sarà devoluta la competenza in merito all’istituzione di nuovi albi professionali. Ferma restando la possibilità di costituire albi meramente ricognitivi o di comunicazione e di aggiornamento che riguardano professioni già riconosciute dalla legge statale.
Per quanto riguarda la delicata questione dell’Equo compenso, è stata ribadita l’intenzione di trovare un punto di equilibrio che consenta di garantire la giusta retribuzione ai professionisti che ricevono incarichi dalle pubbliche amministrazioni. Infine, si è stabilito che i singoli ministeri vigilanti attiveranno tavoli tematici specifici per approfondire il confronto sulle altre istanze proposte dai rappresentanti dei professionisti.
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