Professionisti: la crisi non è finita, ecco come uscirne

Professione di Marco Zibetti
Confprofessioni: “Bisogna cominciare a guardare oltre l’emergenza, ma la stagione degli interventi a sostegno dell’economia e dei professionisti non è finita”

La crisi dovuta all’emergenza sanitaria non è superata. Come fare per uscirne davvero? Confprofessioni ne ha parlato in Commissione Bilancio della Camera, esprimendosi sul Decreto Sostegni bis.

“Bisogna cominciare a guardare oltre l’emergenza, ma la stagione degli interventi a sostegno dell’economia non è finita: molte imprese hanno contratto debiti significativi per resistere alla crisi ed impiegheranno anni per recuperare i livelli d’affari pre-crisi pandemica. Ancora più preoccupanti sono i segnali che provengono dalle libere professioni, dove la contrazione degli incarichi rischia di ripercuotersi sui redditi professionali ancora per diversi anni”. Queste le parole del presidente Gaetano Stella, che ha esortato Governo e Parlamento a continuare gli sforzi per aiutare il sistema produttivo e professionale “proprio adesso che arrivano i primi spiragli di ripresa”.

Decreto Sostegni bis: il parere di Confprofessioni

“Il decreto Sostegni bis va in questa direzione: sono state eliminate alcune distorsioni che avevano penalizzato soprattutto professionisti e lavoratori autonomi, come l’esclusione dai contributi a fondo perduto e i criteri selettivi dei codici Ateco - aggiunge Stella -. E adesso la scelta di un doppio indennizzo calcolato sulle perdite di fatturato e sul risultato economico annuo risponde esattamente alle nostre istanze e riscuote il consenso dei liberi professionisti”. Confprofessioni conferma dunque un giudizio positivo sul decreto Sostegni bis, anche se alcune misure potrebbero essere migliorate.

“Per esempio, serve una sospensione più lunga per la riscossione delle cartelle e degli avvisi esecutivi di natura fiscale e contributiva, che scadono il 30 giugno 2021; inoltre, si potrebbe aumentare il valore delle cartelle esattoriali oltre i 5 mila euro e allargare la platea di beneficiari agli operatori economici che hanno redditi superiori a 30 mila euro - afferma Stella -. Anche in materia di lavoro, i contratti di solidarietà e di espansione sono tarati prevalentemente per imprese di grandi dimensioni, ma coinvolgono anche le Pmi e sarebbe opportuno valutare un percorso che riguardi anche queste ultime realtà, valorizzando il ruolo dei fondi di solidarietà”.

“Sul lavoro libero-professionale - conclude Stella - restano urgenti interventi di rafforzamento dell’equo compenso e l’estensione della disciplina sulla malattia del professionista, a oggi limitata alla sola malattia da Covid-19. Sono progetti di legge già all’esame delle Camere, su cui le forze politiche possono raggiungere accordi condivisi per consentirne l’approvazione in tempi rapidi”.

 

Allerta Covid-19

Inutile nasconderlo. Il Covid-19 continua a far paura. La campagna vaccinale procede (non senza difficoltà), ma nel frattempo la diffusione di nuove varianti del virus aumenta l’incertezza su ciò che succederà nei prossimi mesi.

Certamente dovremo convivere ancora con le misure restrittive, nella speranza di non dover ricorrere a un nuovo lockdown. Uno scenario che tutti vorremmo evitare ma che, ad oggi, non è possibile escludere.

Come comportarsi in un contesto del genere? La scelta migliore è quella di farsi trovare pronti ad ogni evenienza, riorganizzando la nostra vita e le nostre abitudini sociali e lavorative.

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