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Progettazione: a che punto è la digitalizzazione del mercato?

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Progettazione: a che punto è la digitalizzazione del mercato?
Vediamo insieme perché la progettazione digitale in Italia procede a rilento, cosa rallenta il BIM e quali sfide attendono il settore pubblico nel 2025

Il cambiamento è iniziato, ma la corsa è ancora lenta. L’ottavo Report OICE 2024 sulla digitalizzazione e sull’utilizzo del BIM nelle gare di progettazione fotografa una realtà che avanza a piccoli passi, spesso più per obbligo che per scelta. Approfondiamo la questione.
Nel 2024 solo il 13,2% delle gare pubbliche per servizi di ingegneria e architettura ha previsto l’uso del BIM, in calo rispetto al 13,7% del 2023. In numeri assoluti, i bandi BIM sono diminuiti drasticamente del 44,6%, passando da 637 a 353. Un rallentamento dovuto anche all’introduzione non lineare del nuovo codice appalti.
A utilizzare di più il BIM sono state ANAS, RFI, Demanio, Invitalia e le Autorità portuali, ma con meno bandi pubblicati rispetto all’anno precedente. La maggior parte delle gare ha riguardato attività di progettazione (55,5%), direzione lavori (21%) e verifica (17%). Solo il 6,5% ha incluso altri servizi tecnici come rilievi o supporto al RUP.
Un dato allarmante che emerge dal report riguarda i capitolati informativi, obbligatori per legge, ma presenti solo nel 25,2% dei bandi, in calo rispetto al 29,4% del 2023.
L’introduzione del BIM viene premiata in gara, ma meno rispetto al passato: i punteggi assegnati variano da 7,6 a 15,2 punti, circa due in meno rispetto all’anno scorso. In crescita invece (del 66%) l’attenzione alle competenze certificate UNI, richieste nel 34% dei bandi.

Digitalizzazione della progettazione: il commento di OICE e ANAC

“La digitalizzazione del progetto stenta a decollare; bene l’obbligo per lavori oltre 2 mln” ha dichiarato Giorgio Lupoi, presidente OICE, sottolineando il divario tra chi ha già compreso il valore della trasformazione digitale e chi ancora si muove senza una visione chiara.
Anche il presidente ANAC, Giuseppe Busia, ha ribadito l’importanza del percorso avviato: “Il 2025 deve essere l’anno della digitalizzazione. È un percorso di non ritorno”.
Secondo Alfredo Ingletti, vicepresidente OICE, “la digitalizzazione è vista ancora come un adempimento più che un’evoluzione dei processi. Ma il cambiamento è inevitabile, e va governato.”
Il 2025 sarà un anno chiave. Con l’obbligo di BIM per progetti oltre i 2 milioni di euro, il settore pubblico è chiamato a una vera svolta. Sarà pronto?


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