Per i settori della progettazione e dell’esecuzione delle opere si tratterebbe di una catastrofe. Non usa mezzi termini Inarsind, visto l’art. 17 della bozza del Decreto semplificazione con cui il Governo intende introdurre delle prime proposte di modifica al Codice degli appalti.
"Più che all’auspicato e dichiarato cambiamento, assistiamo ad un pesante ritorno al passato”, commenta il Sindacato di architetti e ingegneri liberi professionisti, che prosegue: “La reintroduzione dell’incentivo del 2% alla progettazione interna alla PA, ed al contempo l’eliminazione dello stesso per le attività di programmazione per investimenti, predisposizione delle procedure di gara e di esecuzione dei contratti pubblici, dimostrano, come già la proposta dell’istituzione della Centrale per la progettazione delle opere pubbliche, la chiara volontà di riportare all’interno della PA il processo progettuale, sottraendolo ai professionisti esterni e generando ancora una volta una coincidenza di ruoli tra ‘controllore’ e ‘controllato’, continuando a spingere il sistema in un verso che ha già ampiamente dimostrato di non funzionare".
"Il ritorno poi all’appalto integrato per i lavori di manutenzione ordinaria, ma anche straordinaria (a meno dei soli interventi strutturali, perché le responsabilità pesanti e gravose, quelle sì, lasciamole ai liberi professionisti), da potersi eseguire anche senza redazione ed approvazione di un progetto esecutivo, rappresenta la negazione della centralità del progetto e del ruolo del progettista".
"In nome di una supposta semplificazione si apre la strada ad un mondo di riserve e contenziosi, con appalti di lavori che potranno peraltro ora essere affidati con procedura negoziata non più fino a 1.000.000 di euro, ma fino a 2.500.000".
"Se andasse in porto anche la ventilata proposta dell’incarico diretto per i servizi di ingegneria ed architettura fino alla soglia dei 221.000 euro, avremmo completato il quadro di una PA che se la canta e se la suona, sviluppando al suo interno progetti di massima da destinare poi quanto più possibile all’appalto integrato, e che quando non ne ha le competenze può affidare incarichi a chi ritiene, venendo meno a quella indispensabile separazione di ruoli tra committente, progettista, impresa, necessaria per garantire la trasparenza del processo di realizzazione e gestione delle opere pubbliche".
"Sicuramente una semplificazione è necessaria ma non in questi termini, che contrastano nettamente con il perseguimento della qualità dell’opera e della trasparenza del processo".
"Infine spiace constatare che tali urgenti misure semplificative vengano introdotte mentre sono in corso in VIII Commissione al Senato le audizioni proprio sul Codice degli appalti, non pare che i soggetti fin qui auditi abbiano portato (e assicuriamo per parte nostra nemmeno quelli ancora da sentire porteranno) tali istanze e ci domandiamo quale senso abbia questo ascolto delle associazioni di categoria e degli operatori del settore e lo stesso lavoro della Commissione, che vengono bypassati da provvedimenti che, sebbene puntuali, determinano una combinazione esplosiva che dice a chiare lettere: no alla centralità del progetto, no alla libera professione. Una scelta suicida per un paese che voglia crescere".
"Inarsind si unisce all’ostilità già manifestata da Oice sulle modifiche introdotte dall’art. 17 del D.L. Semplificazioni, che, oltre a confondere ruoli che dovrebbero rimanere separati, rischia seriamente di annientare i liberi professionisti e ritiene opportuna e necessaria un’azione congiunta del mondo delle professioni contro tale provvedimento".