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Progettazione: Realacci chiede lavori pubblici accessibili per giovani e piccoli studi

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“È un primo passo - ha commentato il presidente del Cni Zambrano -. Finalmente le forze politiche si stanno accorgendo che il mercato dei lavori pubblici è caratterizzato da distorsioni gravi”


Il 19 maggio scorso, il Presidente dell’VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, Ermete Realacci, facendo seguito agli esiti del Convegno organizzato dalla Rete delle Professioni Tecniche sul tema “Aprire il mercato dei Lavori Pubblici”, tenutosi l’8 maggio a Roma, ha scritto una lettera al Presidente dell’AVCP Sergio Santoro, nella quale ha segnalato l’opportunità di un intervento dell’Autorità finalizzato al superamento delle anomalie del quadro normativo attualmente vigente che sbarrano la strada dei lavori pubblici ai giovani ed ai professionisti che non siano titolari di strutture di notevoli dimensioni.

Realacci ha fatto riferimento a quanto segnalato, in occasione del citato convegno, dalla Rete delle Professioni Tecniche in merito all’art. 263 del Regolamento di attuazione del Codice dei Contratti. Questo, stabilendo i requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi di partecipazione alle gare di servizi di architettura e ingegneria, costituisce un elemento di chiusura del mercato dei lavori pubblici ai giovani e/o comunque ai professionisti che non siano titolari di strutture di notevoli dimensioni, in grado di garantire adeguato fatturato (degli ultimi anni) e un notevole numero di dipendenti.

A questo proposito Realacci ha invitato l’AVCP a chiarire alle stazioni appaltanti che nella definizione dei requisiti economico-finanziari e tecnico-organizzativi di partecipazione alle gare trova applicazione la disposizione di cui all’articolo 41, comma 2, del Codice dei Contratti, che stabilisce come siano “illegittimi i criteri che fissano, senza congrua motivazione, limiti di accesso connessi al fatturato aziendale”.

La lettera si conclude rappresentando l’estrema urgenza del caso. A stretto giro, il 20 maggio, è arrivata la risposta del Presidente dell’AVCP, Sergio Santoro che ha informato l’On. Realacci come l’Autorità da lui presieduta stia elaborando un documento che conterrà le linee guida per l’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura nel quale saranno forniti chiarimenti in ordine ai vari aspetti delle procedure di gare, compresi i requisiti di capacità economico-finanziaria e tecnico-organizzativa. Ha anticipato, inoltre, che alle stazioni appaltanti si chiederà di attenersi scrupolosamente a quanto stabilito dall’articolo 41 chiamato in causa dall’On.Realacci.

Su questa delicata e determinante questione è intervenuto Armando Zambrano, Coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche. “Siamo di fronte ad un primo passo - ha commentato -. Finalmente le forze politiche si stanno accorgendo che il mercato dei lavori pubblici è caratterizzato da distorsioni gravi che generano ritardi, costi di realizzazione superiori di oltre 30% rispetto alla media europea, inefficienze”.

Noi - prosegue Zambrano - denunciamo con particolare forza la chiusura del mercato dei bandi di progettazione alla quasi totalità dei professionisti, causata da una illegittima determinazione, da parte delle stazioni appaltanti, dei requisiti di qualificazione in termini di fatturato e dipendenti, sproporzionati rispetto al valore degli appalti”. Il Coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche, poi, entra nel vivo del problema con questa considerazione finale.

La lettera dell’On. Realacci e la risposta del Presidente Santoro - afferma - costituiscono certamente un primo risultato anche se molte rimangono le distorsioni da eliminare. Centralità della progettazione, attraverso l’affidamento a professionisti qualificati e non agli uffici interni della pubblica amministrazione; affidamento dei lavori solo sulla base di progetti esecutivi; lotta ai ribassi lunari negli affidamenti degli incarichi di progettazione attraverso l’applicazione obbligatoria del dm 143 per la determinazione dei corrispettivi da porre a base d’asta; utilizzo esclusivo del criterio di aggiudicazione dell’offerta economica più vantaggiosa; obbligo di definire un limite massimo ai ribassi sull’offerta economica per gli affidamenti di progettazione.

Anche su questi aspetti ci auguriamo, in vista del recepimento delle nuove direttive europee, che le forze politiche e le istituzioni preposte dimostrino sensibilità è esprimano concrete iniziative per riportare il mercato dei lavori pubblici nell’alveo della legalità, della trasparenza, della concorrenza e della qualità
”.