Progetto Italia, l’aggregazione dei grandi gruppi delle costruzioni, ha fatto discutere sin dalla sua nascita. L’Ance, Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, ha sempre espresso parere negativo. Ma al di là di questo, restano aspetti da chiarire.
“Credo sia ora che vengano rese pubbliche le condizioni dell’intervento di Cassa depositi e prestiti in Progetto Italia”, dichiara il Presidente dell’Ance, Gabriele Buia, preoccupato per gli effetti distorsivi della concorrenza che questa operazione può comportare con l’ingresso di capitale pubblico. Preoccupazioni condivise anche in sede europea: “Anche Bruxelles sta attendendo un chiaro segnale in tal senso”.
E al Viceministro Buffagni, che in un incontro pubblico aveva definito poco trasparente e lineare la posizione dell’Associazione su Progetto Italia, risponde: “E' falso che l’Ance abbia espresso in incontri istituzionali con la Presidenza del Consiglio e i vertici di Cdp posizioni diverse da quelle che, in modo compatto, ha assunto da mesi di netta contrarietà alla creazione di un grande polo delle costruzioni a vantaggio di pochi e senza alcuna garanzia per chi sul mercato ci sta con le proprie forze e senza l’aiuto di nessuno”.
Quali sono le reali priorità dei costruttori?
Piuttosto ci attendiamo che il Governo metta subito mano ai decreti attuativi delle due misure previste dal decreto crescita, Fondo salva opere e Fondo di garanzia per le Pmi, che per essere veramente efficaci “hanno bisogno di regole chiare e di risorse certe, altrimenti rimangono lettera morta”. Serve poi una spinta concreta per aprire i cantieri.
“Dobbiamo fare in fretta con la nomina dei commissari, sul modello della Napoli-Bari, e sul regolamento del Codice appalti, altrimenti si rischia il vuoto normativo”.