L’arredamento è senza dubbio uno dei comparti più affascinanti all’interno del macrosettore edile. In Italia siamo all’avanguardia, grazie alle nostre eccellenze di design. Ma qual è lo stato di salute dell’arredamento italiano?
I preconsuntivi 2018 confermano la ripresa, ma sul 2019 pesano le previsioni al ribasso dell'economia. Secondo le stime elaborate dal Centro Studi Federlegno Arredo Eventi, la produzione della filiera italiana del legno arredo registra nel 2018 una variazione positiva, nonostante i timori sia per gli eventi geopolitici esterni che avrebbero potuto penalizzare le nostre esportazioni, sia sul versante interno relativamente alla possibile instabilità del Governo.
Il dato complessivo ha registrato una produzione 2018 in aumento dell'1,8% rispetto al 2017. I segnali di avvio per il 2019, a causa delle previsioni al ribasso dell'economia, rimangono invece incerti e volatili soprattutto per quanto riguarda le valutazioni dell'export per quasi tutti i settori. USA e Cina, i mercati più promettenti per potenziale di crescita e dimensione, presentano per l'Italia sbocchi particolarmente interessanti per i prossimi anni.
La quota italiana sull'intero import è del 2,5% per gli USA (primo importatore al mondo) e del 18,4% per la Cina; due mercati molto diversi, ma accomunati dall'interesse per la qualità e il posizionamento dei prodotti più che per la convenienza rispetto ai concorrenti. Tornando all'anno appena concluso, il quadro complessivo dei consumi in Italia è stato positivo, +0,7% come rilevato da Istat, benché resti inferiore alle altre principali economie (USA e Canada in primis) e in generale non abbia recuperato i valori ante-crisi: dal 2007 i consumi di mobili ed elettrodomestici segnano ancora un delta del -12,5% nonostante la ripresa a partire dal picco negativo del 2015.
Complessivamente per il macrosistema arredamento i segnali positivi sono arrivati sia dal mercato interno, con un aumento della produzione destinata al mercato nazionale del + 3,1% rispetto al 2017, sia dall'export, che seppur senza particolari impeti, ha mantenuto un segno positivo costante che si stima intorno allo 0,8%.