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Qualità dell’abitare: in cosa consiste il nuovo decreto?

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Qualità dell’abitare: in cosa consiste il nuovo decreto?
Il decreto per la qualità dell’abitare rappresenta “un programma organico nazionale per il recupero delle periferie e delle aree urbane degradate”

Un nuovo decreto mira a migliorare la “qualità dell’abitare”. È stato firmato dalla ministra Paola De Micheli ha firmato, di concerto con il Ministro Roberto Gualtieri (Mef) e il Ministro Dario Franceschini (Mibact). Ma in cosa consiste? Andiamo a scoprirlo.

Il decreto reca le procedure per la presentazione delle proposte, i criteri per la valutazione e le modalità di erogazione dei finanziamenti per l’attuazione del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare”.

Sono previsti 853,81 milioni di euro fino al 2033 per promuovere processi di rigenerazione di ambiti urbani specificamente individuati al fine di concorrere alla riduzione del disagio abitativo e insediativo, con particolare riferimento alle periferie, e all‘incremento della qualità dell’abitare e di parti di città, all’incremento dell’edilizia residenziale pubblica.

Le parole dei Ministri

“In sostanza gli interventi saranno finalizzati a incrementare l’edilizia residenziale pubblica, a realizzare soluzioni durevoli per la rigenerazione del tessuto socio economico, per l’arricchimento culturale, la qualità dei manufatti, dei luoghi e della vita delle persone in un’ottica di innovazione e sostenibilità, senza consumo di nuovo suolo”, dichiara la ministra Paola De Micheli.

“Prende il via un programma organico nazionale per il recupero delle periferie e delle aree urbane degradate - dichiara il ministro Dario Franceschini -, fortemente voluto da questo governo per andare incontro alle esigenze dei tanti italiani che vivono, sognano e lavorano in luoghi in cui è fondamentale restituire la qualità dell’abitare”.

“E’ un altro intervento importante nella strategia complessiva del governo, che mira allo stesso tempo a dare sostegno alle fasce più disagiate della popolazione e a riqualificare la vita nelle nostre città: stanziamo fondi per garantire più sicurezza e più decoro in aree che adesso sono degradate, e per il recupero del patrimonio edilizio con criteri di qualità e di eco-sostenibilità. I quartieri delle nostre periferie possono e devono diventare più vivibili, fermando il consumo del suolo e rilanciando gli interventi di edilizia residenziale pubblica secondo una visione moderna: il Programma per la qualità dell’abitare vuole rispondere alle esigenze e alle aspettative di milioni di famiglie che hanno diritto a vivere in case e in quartieri degni di un Paese avanzato”, dichiara il ministro Roberto Gualtieri.

Le 5 linee d’azione per la ricerca delle proposte

Cinque sono le linee principali d’azione sulle quale si indirizza la ricerca delle proposte:

1. riqualificazione e riorganizzazione del patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale e incremento dello stesso;

2. rifunzionalizzazione di aree, spazi e immobili pubblici e privati anche attraverso la rigenerazione del tessuto urbano e socioeconomico e all’uso temporaneo;

3. miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza dei luoghi urbani e della dotazione di servizi e delle infrastrutture urbano-locali; 

4. rigenerazione di aree e spazi già costruiti, soprattutto ad alta tensione abitativa, incrementando la qualità ambientale e migliorando la resilienza ai cambiamenti climatici, anche attraverso l’uso di operazioni di densificazione;

5. individuazione e utilizzo di modelli e strumenti innovativi di gestione, inclusione sociale e welfare urbano, nonché di processi partecipativi, anche finalizzati all’autocostruzione.

Il Programma, che si rivolge alle Regioni (anche come soggetti aggregatori di strategie di intervento coordinate con i Comuni), alle città metropolitane e ai comuni con più di 60.000 abitanti, consente di presentare fino a 3 proposte per uno o più specifici ambiti del proprio territorio. Il 34% delle risorse complessivo sarà destinato alle regioni del Mezzogiorno e il contributo massimo per ogni proposta è di 15 milioni di euro.

La presentazione delle proposte avverrà in due fasi: nella prima (Fase 1) bisognerà trasmettere una Proposta complessiva preliminare indicante la strategia nel suo complesso e l’insieme di interventi atti a raggiungere le finalità prescritte e che saranno esaminati dall’Alta Commissione secondo specifici criteri; nella seconda (Fase 2), per tutte le proposte ammesse, è prevista la trasmissione della Proposta complessiva finale, indicante lo stato di avanzamento della stessa.

Sono ammesse a finanziamento anche le proposte definite “Pilota”, vale a dire quelle ad alto impatto strategico sul territorio nazionale, da cofinanziarsi anche con eventuali ulteriori risorse, ivi comprese quelle di cui al Recovery Fund, come da eventuali indicazioni europee e nazionali, in quanto orientati all’attuazione del Green Deal e della Digital Agenda.

Entro 120 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta si dovranno presentare le domande, mentre si prevede che entro la prossima primavera verranno erogati gli acconti della Fase 1.

La Direzione Generale dell’Edilizia statale e gli interventi speciali del Mit, competente per l’attuazione del Programma, entro il 31 gennaio di ogni anno, predisporrà una relazione annuale al Parlamento, sullo stato di avanzamento delle proposte ammesse a finanziamento.