Venerdì scorso, 10 luglio, nel corso dell’Incontro Nazionale di coordinamento del sistema formativo edile, è stato reso noto il rapporto sull’anno 2007 proprio in materia di formazione in edilizia.
Ecco alcuni numeri resi noti dalla Federazione Italiana Lavoratori Costruzioni e affini (Filca): 473.991 ore di formazione suddivise in 5.079 corsi, 83.225 allievi formati, un quinto dei quali stranieri.
Secondo la Filca, guardando ai numeri, la formazione in edilizia sembra proprio procedere a passo spedito, con i risultati che non si fanno attendere, specie se si pone a confronto il 2007 con l’anno precedente: è stato triplicato il numero di corsi e raddoppiato il monte-ore, così come il numero di allievi formati.
L’incontro di Roma è stata un’occasione per valutare le innovazioni introdotte dal rinnovo del Ccnl dell’edilizia, firmato nel giugno scorso, che ha rilanciato l’intero sistema delle Scuole edili.
Infatti, questo sistema di scuole sarà chiamato a formare i neo-assunti – 16 ore obbligatorie, condizione imprescindibile per entrare nel cantiere – oltre che formare gli imprenditori.
Inoltre, al sistema delle Scuole edili è affidata anche la gestione dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro attraverso la Borsa Continua, la gestione della banca dati degli addetti del settore e la formulazione del repertorio delle competenze e del libretto formativo personale del lavoratore.
Nonostante questi numeri confortanti, sempre secondo la Filca, le ombre non mancano: «Riscontriamo innanzi tutto il divario nei numeri dell’attività formativa del nord e del sud – ha spiegato Pino Virgilio, vicepresidente del Formedil e segretario generale aggiunto della Filca-Cisl nazionale – nonostante il numero delle scuole partecipanti nel 2007 sia equilibrato, 22 nel nord est, 22 nel nord ovest, 27 al sud e 25 al centro. Ma se passiamo alle ore di formazione ed al numero di corsi la forbice si allarga visibilmente. Il 73% dei corsi, infatti è stato svolto in scuole edili del nord. Solo il 15% al centro ed il 12% al sud».
Il gap tra aree geografiche non è il solo punto debole del sistema: «Alla pluralità di organismi presenti, e mi riferisco a Scuole edili, Casse edili e Cpt, non corrisponde un “dialogo in sistema”. Eppure non dovrebbe essere complicato concertare visto che parliamo di enti contemplati nello stesso contratto e che dipendono dalle stesse parti sociali».
Nel corso del suo intervento, Virgilio ha rimarcato la necessità che agli articoli di legge seguano i fatti: «Oggi il Contratto collettivo nazionale di lavoro non è più un prodotto ma un processo. Un processo in cui le parti in causa disegnano gli obiettivi da raggiungere. Ma poi è necessario che alle buone intenzioni scritte negli articoli dei contratti seguano operazioni di implementazione, senza i quali il Ccnl rimane lettera morta. Un esempio? La Borsa Lavoro, rilanciata nell’ultimo contratto, era già stata inserita nel contratto precedente, ma non aveva avuto seguito. Mi auguro che nel sistema delle Scuole edili arrivi lo stesso ‘scossone’ assestato dal Durc, il Documento unico di regolarità contributiva. In 2 anni – ammette soddisfatto Virgilio, al quale si deve l’intuizione del Durc - è riuscito a muovere 20 anni di lavoro nel settore e nelle Casse Edili».
All’Incontro Nazionale di coordinamento del sistema formativo edile hanno partecipato anche il Presidente del Formedil, Massimo Calzone, il segretario nazionale della Cna-Costruzioni, Giuliano Sciarri, e il Presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti.
In particolare, Buzzetti ha ribadito la necessità di aumentare le ore di formazione nel settore, di bloccare i fenomeni di “subappalto a cascata”, ha garantito l’allontanamento delle aziende che non rispettano la sicurezza e ha lanciato una proposta: impiegare il cosiddetto “tesoretto” dell’Inail (12 miliardi di euro accumulati dall’ente negli ultimi anni) per attività formative. Una proposta subito raccolta da Virgilio: «La Cisl lo ripete da tempo – ha detto – anche perché si tratta di risorse di lavoratori e imprese».