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Recovery Plan: cosa cambierà per l’ingegneria italiana?

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Recovery Plan: cosa cambierà per l’ingegneria italiana?
Nella relazione di apertura del 65° Congresso nazionale degli Ordini degli Ingegneri, il presidente del CNI, Armando Zambrano, ha parlato del Recovery Plan

Il Recovery Plan è pensato per dare una grande spinta all’economia italiana, che si è fermata a causa dell’emergenza sanitaria. Ma quale contributo potrà dare alla crescita dell’ingegneria italiana? Armando Zambrano, presidente del CNI, ne ha parlato nella relazione di apertura del 65° Congresso nazionale degli Ordini degli Ingegneri, intitolato “Next” e interamente dedicato ai temi del PNRR.

“Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri - ha dichiarato - stima che più di 90 miliardi di euro del PNRR saranno destinati ad opere, infrastrutture, reti e interventi materiali ad elevata intensità di ingegneria. Reti in fibra superveloce, misure per l’innovazione del Piano Transizione 4.0, Ecobonus e Sismabonus, riqualificazione energetica degli edifici pubblici, opere per la prevenzione del rischio idrogeologico, sicurezza delle infrastrutture viarie, messa in sicurezza degli edifici scolastici, grandi opere ferroviarie, interventi locali per la mobilità sostenibile, passeranno tutte per interventi di progettazione e attività tecniche. L’ingegneria sarà protagonista del Piano approntato dal Governo e con il quale il Paese potrà avviare un processo di modernizzazione.

“Quasi 44 miliardi di opere, programmate nel PNRR, possono essere di interesse diretto dei piccoli e medi studi professionali operanti nei servizi di ingegneria e architettura. Il CNI stima, molto prudentemente, che questo plafond potrebbe generare un effetto 'volano' di almeno 4 miliardi di euro di fatturato aggiuntivo a favore dei professionisti SIA in un arco temporale di 5 anni. Due delle misure finanziarie più consistenti previste dal PNRR riguardano tipologie di interventi in cui anche le strutture professionali di ridotte dimensioni possono intervenire: per la realizzazione di Transizione 4.0 sono stati stanziati quasi 14 miliardi di euro e per l’Ecobonus ed il Sismabonus con detrazioni fiscali fino al 110% sono stati stanziati 13,8 miliardi di euro. Fare retediventa determinate per molti studi professionali di ingegneria per affrontare la sfida e le opportunità che hanno di fronte”.

“Tuttavia, per noi la realizzazione del PNRR passa per una strada molto stretta che è quella delle riforme, la prima delle quali è quella semplificazione normativa. L’Italia è un Paese troppo complicato nel quale le opere di ingegneria devono confrontarsi con norme troppo articolate e contraddittorie a totale detrimento della comunità, tanto che negli ultimi 10 anni gli investimenti in opere pubbliche si sono ridotti del 23%”.

Il nostro Paese, ha elencato Zambrano, opera con 160.000 norme in materia di adempimenti amministrativi, fiscali, in materia di lavoro, per la sicurezza e per il deposito di atti. La Francia ne ha 7.000, la Germania 5.500, il Regno Unito 3000. “Il peso di fare impresa o di operare come libero professionista - afferma Zambrano - può essere insostenibile”. In Italia si stima che la quota di fatturato destinata dagli operatori economici per fare fronte ad adempimenti amministrativi e fiscali sia pari a 57 miliardi di euro.

Il caso del Superbonus del 110%

“L’utilizzo dei Superbonus 110% - ha proseguito poi il Presidente CNI - è emblematico dei rischi che stiamo correndo. Da settembre 2020 ad oggi sono stati attivati più di 10.000 interventi su edifici, ma solo 1.000 riguardano i condomini, ovvero la categoria di strutture su cui maggiormente si dovrebbe intervenire per rendere efficace questo tipo di misura, in quanto più della metà della popolazione italiana vive per l’appunto in edifici condominiali. Sappiamo già che il ricorso ai Superbonus va a rilento perché le norme applicative sono troppo articolate e complesse. La semplificazione delle norme è improcrastinabile ed il Consiglio Nazionale CNI, insieme alla Rete delle Professioni Tecniche, ha già proposto al Governo modifiche alle norme della legge 77/2020”.

“Determinate sarà la riforma della Pubblica Amministrazione. Solo il 31% dei dipendenti delle PPAA è laureato e l’età media del pubblico impiego è passata dai 44 anni del 2001 ai 52 anni del 2018. Vi sono le condizioni per un processo di vera modernizzazione della Pubblica Amministrazione. Riteniamo determinanti due aspetti. Innanzi tutto che venga reso pienamente operativo il principio di sussidiarietà dei professionisti ex lege 81/2017. Ai professionisti dell’area tecnica potrebbe essere affidato l’espletamento diretto di una parte delle procedure autorizzative e di controllo legate all’urbanistica, all’edilizia e alla sicurezza degli edifici pubblici e privati, ma anche con funzioni nell’ambito dell’apparato della giustizia, ampliando le funzioni dei consulenti tecnici. Un secondo aspetto rilevante è l’assunzione o un più intenso ricorso di professionisti tecnici, che rendano fattibili gli interventi previsti dal PNRR. Il Ministro Brunetta ha dimostrato di essere fortemente orientato in questo senso”.

“Vi sono le condizioni - ha concluso Zambrano - per ritenere che la ripresa possa divenire realtà. I professionisti dell’ingegneria non intendono stare a guardare ed è con questo auspicio che si apre il Congresso Nazionale del 2021. Attraverso numerosi dibattiti e molti esperti, con estrazione diversa, a confronto, l’obiettivo del CNI è comprendere meglio e di più come dare il proprio contributo alla ripresa”.

 

Allerta Covid-19

Inutile nasconderlo. Il Covid-19 continua a far paura. La campagna vaccinale procede (non senza difficoltà), ma nel frattempo la diffusione di nuove varianti del virus aumenta l’incertezza su ciò che succederà nei prossimi mesi.

Certamente dovremo convivere ancora con le misure restrittive, nella speranza di non dover ricorrere a un nuovo lockdown. Uno scenario che tutti vorremmo evitare ma che, ad oggi, non è possibile escludere.

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