Recovery Plan: per gli architetti un errore incomprensibile

Professione di Marco Zibetti
Francesco Miceli, presidente del CNAPPC: “Il Piano contiene molti interventi condivisibili, ma anche alcuni sui quali sarebbe opportuno un ripensamento”

È indubbio il contributo che il Recovery Plan darà alla ripartenza dell’economia nel nostro Paese. Ma non tutti sono soddisfatti del cosiddetto PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Gli architetti riscontrano una mancanza “incomprensibile”. Scopriamo di cosa si tratta.

“Il Paese è di fronte ad un passaggio cruciale, unico e ad un'occasione storica in cui le scelte di oggi e le opportunità fornite dal PNRR andranno ad incidere profondamente per molte generazioni a venire. Il Piano contiene molti interventi condivisibili, ma anche alcuni sui quali sarebbe opportuno un ripensamento. Servirebbe, ad esempio, far capire meglio, uscendo da una visione settoriale, come cambierà concretamente la vita dei cittadini e delle comunità e, quindi, la qualità delle città. E, vista la centralità dei temi del territorio e della rigenerazione urbana, è incomprensibile che tra le riforme non sia stata prevista quella urbanistica”. Lo ha dichiarato Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, al 65° Congresso Nazionale degli Ordini degli Ingegneri d’Italia, dedicato all’importante tema “Next. Ri-costruire un nuovo rapporto tra cultura tecnica e società”.

“Come Rete delle Professioni Tecniche - ha detto - dobbiamo mettere in campo, uniti e con forza, tutte le nostre capacità e competenze per essere attori protagonisti nel guidare i necessari cambiamenti e vedere finalmente realizzate quelle grandi riforme che da troppo tempo il Paese attende”.

Il nodo della semplificazione amministrativa

Per Miceli “la semplificazione amministrativa e legislativa insieme alla riforma della P.A. (il grande malato del Paese) è di fondamentale importanza e può definirsi il pilastro che sostiene tutti gli altri contenuti nel PNRR e, quindi, la rinascita del Paese”.

“L’auspicio - ha aggiunto - è che finalmente si intervenga, così come è stato anticipato, con una riforma di sistema e non più con interventi episodici che, in assenza di una strategia, non hanno determinato processi di innovazione”.

“Di conseguenza - ha concluso - va valorizzato appieno, quale strumento di efficienza e a supporto del piano di ripresa, il ruolo di sussidiarietà, orizzontale e verticale, degli Ordini professionali: per fornire un decisivo contributo al cambiamento, le professioni tecniche devono, da subito, essere ancora più coese nel rapporto con la governance del PNRR e nella sua gestione”.


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