Il convivente può beneficiare della detrazione Irpef per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio? La domanda è stata posta da una contribuente all’Agenzia delle Entrate. Gennaro Napolitano dà la risposta.
Per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016, la detrazione Irpef relativa agli interventi di recupero del patrimonio edilizio (articolo 16-bis, Tuir) spetta anche al convivente more uxorio del possessore o detentore dell’immobile, anche in assenza di un contratto di comodato.
La disponibilità dell’immobile da parte del convivente risulta, infatti, insita nella convivenza che si esplica ai sensi della legge 76/2016 ("legge Cirinnà"). Ne consegue che il convivente more uxorio che sostiene le spese ha diritto a fruire della detrazione al pari dei familiari conviventi. Egli, quindi, può beneficiare della detrazione anche per le spese sostenute per interventi effettuati su una delle abitazioni nelle quali si esplica il rapporto di convivenza, anche se diversa dall’abitazione principale della coppia.
La legge Cirinnà, per l’accertamento della “stabile convivenza” richiama il concetto di famiglia anagrafica (cfr Dpr 223/1989): ne consegue che tale status può risultare dai registri anagrafici o essere oggetto di autocertificazione (risoluzione n. 64/E del 28 luglio 2016 e circolare n. 7/E del 27 aprile 2018, pagine 217-218).