Rigenerazione urbana: come attuarla in 10 punti

di Marco Zibetti
Il decalogo in una pubblicazione curata dal Comitato Scientifico del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori

La rigenerazione urbana rappresenta una grande sfida. Al centro del processo ci sono gli gli architetti. Il Consiglio Nazionale ha presentato alla Camera la pubblicazione “L’Italia di prossimità: il futuro della pianificazione urbana e territoriale”, che contiene anche un decalogo per vincere la partita. Scopriamo di più.
La pubblicazione è stata curata dal Comitato Scientifico del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC), con la Direzione Scientifica del Professor Carlos Moreno, ideatore del modello della “Città dei 15 minuti”.

Rigenerazione urbana: il decalogo del Cnappc

Ecco il decalogo del Cnappc per la rigenerazione urbana:
1. “Costruire un approccio basato sulla prossimità”;
2. “Estensione al territorio dei 30 minuti”;
3. “Potenziare il trasporto pubblico e le reti di mobilità”;
4. “Promuovere spazi verdi e pubblici”;
5. “Sostenere le economie locali e il patrimonio culturale”;
6. “Promuovere un’architettura e un’urbanistica inclusive”;
7. “Sfruttare la tecnologia per territori intelligenti e connessi”;
8. “Costruire comunità resilienti al clima”;
9. “Promuovere il benessere, la coesione sociale e l’equità”;
10. “Innovare la governance e i quadri politici”.

Rigenerazione urbana: il commento degli architetti

“La prossimità urbana, nella sua essenza - ha sottolineato Carlos Moreno -, promuove la sostenibilità ambientale, riducendo la necessità di lunghi spostamenti e la dipendenza dai combustibili fossili, favorisce la coesione sociale, creando quartieri vivaci e interconnessi. È una risposta ai modelli urbani del passato, caratterizzati da dispersione insediativa e dipendenza dalle automobili, offrendo una visione di città che privilegi le persone rispetto ai veicoli. Al di là del numero di minuti, ciò che è essenziale è considerare la prossimità urbana e territoriale attraverso un approccio policentrico e  con servizi che permettano una migliore qualità della vita”.
Per Massimo Crusi, Presidente del CNAPPC: “Città e territori sono da ripensare, senza ulteriori indugi, mettendo profondamente in discussione concetti espansivi obsoleti, figli di una legislazione urbanistica della prima metà del secolo scorso e, purtroppo, tutt’ora vigente. Sembra a dir poco anacronistico doversi riferire ad un testo legislativo che appartiene ad un’altra Italia e addirittura ad un altro mondo. Le proposte del CNAPPC vogliono essere un invito alla politica a realizzare la riforma della pianificazione con una visione organica e a superare quell’approccio alla rigenerazione che, fino ad oggi, si è limitato ad intenderla come semplici, per quanto importanti, azioni disaggregate, come, ad esempio, quelle di contrasto al consumo di suolo, di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, di riuso delle aree dismesse”.
Giuseppe Cappochin, Responsabile del Dipartimento Riforma urbanistica e futuro delle città del CNAPPC, ha puntualizzato come la domanda sul futuro dell’abitare, sulla forma e sulla natura dei territori sia al centro della riflessione di chiunque cerchi di immaginare l’evoluzione della nostra società e dello stare insieme collettivo. “La recente emergenza sanitaria - ha detto - ha riacceso il dibattito sul ruolo dell’investimento pubblico nell’orientare la trasformazione delle città e proprio questo ha dato un impulso inaspettato al concetto di ‘prossimità urbana’. I giorni duri della pandemia hanno messo a nudo la fragile struttura sociale, economica e spaziale di città e territori nel loro attuale assetto e la necessità di un sostanziale, innovativo ripensamento degli indicatori del benessere dei cittadini in relazione all’ambiente urbano”.


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