Quali sono le regioni italiane in cui si produce più energia da fonti rinnovabili? Proponiamo di seguito un’interessante analisi di Confartigianato, che fornisce anche la risposta al quesito.
L’incremento dei prezzi delle commodities energetiche importate ripropone all’attenzione i temi della dipendenza energetica e dello sviluppo delle fonti rinnovabili (FER). A luglio 2018 si consolida al 30,1% il rialzo dei prezzi delle importazioni di energia (vedi QE 10/9) e nell’ultimo Documento di economia e finanza si stima che quest’anno l’aumento del prezzo del petrolio determini un effetto depressivo di 0,4 punti di PIL. La dipendenza energetica dell’Italia, misurata dal rapporto percentuale tra importazioni nette e consumo interno lordo, è al 77,5%, di 23,9 punti più alta della media UE ed è la più elevata tra i maggiori paesi UE.
In parallelo, l’ultimo confronto europeo disponibile per il 2016 indica che in Italia la quota di energia da fonti rinnovabili è salita al 17,4%, di 4 decimi superiore al 17,0% dell’Unione europea a 28.In particolare nel settore elettricola quota di FER è del 34,0%, maggiore di quasi cinque punti al 29,6% dell’UE a 28.
Nei primi sette mesi del 2018 la produzione di energia elettrica scende del 3,2%, composizione di una flessione del 11,4% della produzione termoelettrica (al netto delle biomasse), mentrela crescita del 29,3% della produzione idrica traina l’aumento del 10,3% della produzione di elettricità da rinnovabili; in aumento l’energia elettrica da eolico (+7,7%) mentre sono in territorio negativo fotovoltaico (-7,1%), geotermica (-2,5%) e biomasse (-0,5%). La produzione da FER al netto dell’idrico segna una flessione dell’1,2%
La crescita in corso segue un 2017 in cui la produzione di energia elettrica da FER è scesa del 3,8% (appesantita dalla caduta del 14,7% dell’idrico) e con marcate differenze territoriali. L’ incremento di produzione di energia elettrica da FER è in controtendenza nel Mezzogiorno (+1,5%) grazie alla performance della Basilicata (+14,3%) e Puglia (+5,3%). Seguono Emilia Romagna, Marche e Molise, tutte con produzione di elettricità da rinnovabili in aumento dell’1,3%, mentre è stabile la produzione in Campania e Lazio.
La produzione da FER per abitante in media nazionale vale 1.718 kWh ed è più elevata, grazie all’ampia dotazione di idroelettrico, in Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige. Al netto dell’idrico la maggiore propensione di produzione di elettricità green è della Basilicata con 4.688 kWh per abitante (spinta da eolico), seguita dal Molise con 3.679 kWh/abitante (eolico), Puglia con 2.637 kWh/abitante; queste tre regioni del Mezzogiorno presentano una quota elevata di eolico e si collocano tra le regioni a maggiore produzione da fotovoltaico. Seguono Toscana 2.238 (geotermica), Calabria con 2.024 kWh/abitante (eolico e bioenergie) e Sardegna con 1.972 kWh/abitante (eolico). Prima regione del Nord è l’Emilia Romagna con 1.147 kWh/abitante (bioenergie). La produzione più bassa di elettricità da FER al netto dell’idrico nel Lazio con 432 kWh/abitante, in Valle d’Aosta con 300 kWh/abitante e Liguria con 199 kWh/abitante. Nel complesso la produzione per abitante da sole, vento, geotermia e biomasse nel Mezzogiorno è 1,8 volte quella del Centro Nord.
La produzione di energia da rinnovabili genera importanti impatti sull’economia. Secondo le ultime stime del Gse sulle ricadute economiche ed occupazionali connesse alla diffusione delle fonti rinnovabili, nel 2017 le FER elettriche hanno generato investimenti per 1,9 miliardi di euro, un contributo al valore aggiunto di 3,2 miliardi di euro, con un effetto sull’occupazione di 38 mila unità di lavoro permanenti (esercizio e manutenzione degli impianti) e di 15 mila unità temporanee, richieste dall’attività di installazione degli impianti; questi risultati interessano le 98.503 imprese che nel secondo trimestre del 2018 operano in settori interessati dalla filiera FER.