Non ci possiamo permettere nuove tragedie causate dallafragilità del nostro territorio. Si tratta di eventi da cui ci si può e ci si deve difendere. Come? Se n’è parlato nel corso della Giornata Nazionale della Prevenzione e Mitigazione del Rischio Idrogeologico, promossa in sinergia dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dal Consiglio Nazionale dei Geologi.
L'iniziativa, che ha visto la partecipazione di numerosi esponenti delle istituzioni e dei Ministeri, ha evidenziato l'importanza strategica del tema non solo per le categorie professionali coinvolte, ma soprattutto per i decisori politici, impegnati nella definizione di politiche di governance finalizzate alla tutela del territorio.
Le dichiarazioni dei protagonisti della Giornata
In apertura dei lavori è intervenuto il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che si è espresso così: “Grazie al contributo dei tecnici abbiamo dato vita al nuovo Codice degli Appalti, c’è un ottimo rapporto di lavoro con gli ordini professionali. Da quando lavoro al MIT mi sono spesso trovato di fronte a dei no. Dobbiamo concentrarci di più sui si. Come nel caso del Mose, che da quando è entrato in funzione ha salvato Venezia già ben 25 volte. Stiamo lavorando al piano acqua per ovviare al problema dell’emergenza idrica. Il Ministero si occupa anche di dighe, penso a quella di Genova. C’è il tema della manutenzione degli argini e occorre mettere mano alla gestione dei boschi e delle foreste. Poi c’è il Piano Casa, che non ha alcun impatto in tema di dissesto idrogeologico, dato che si limiterà soltanto a sburocratizzare e a risolvere piccole irregolarità. Penso, infine, al Ponte sullo Stretto cui gli ingegneri e i geologi daranno un apporto fondamentale. Dobbiamo lasciare un Paese con più infrastrutture e più sicurezza rispetto a quello che abbiamo trovato”.
Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile, si è soffermato sul concetto di prevenzione. “Apprezzo molto gli ingegneri e i geologi - ha detto - per aver organizzato questa giornata di prevenzione del rischio idrogeologico. "Stiamo ricominciando quasi da zero - aggiunge Musumeci - perché l'Italia non è un Paese predisposto alla prevenzione, sia strutturale che non strutturale. L'obiettivo del governo Meloni è quello di fare della Protezione civile, bravissima nella gestione delle emergenze, una struttura altrettanto brava nella gestione della prevenzione. Per farlo, serve il coinvolgimento di tutti, Istituzioni, Ordini professionali e cittadini”.
Sul tema è tornato anche Fabrizio Curcio, Capo del Dipartimento della Protezione Civile. “Paradossalmente noi riusciamo a parlare di prevenzione soltanto quando siamo in situazioni di emergenza - ha dichiarato -. Negli ultimi 10 anni abbiamo registrato 150 stati di emergenza, che hanno mobilitato risorse per 3 miliardi soltanto per i primissimi interventi, per arrivare ad una spesa complessiva di circa 10 miliardi. Considerando, poi, i programmi speciali, arriviamo a qualche decina di miliardi. Questi sono costi vivi, immediati. Sulla prevenzione è necessario fare ancora molto nel nostro Paese, non tanto in termini di interventi nel breve periodo, quanto piuttosto su un piano strutturale. La prevenzione strutturale è un’attività di sistema, nessuno la può realizzare da solo. In particolare nessuno può fare a meno dei tecnici e delle loro competenze, soprattutto in termini di criteri di progettazione”.
Gli interventi istituzionali sono stati preceduti dai saluti dei Presidenti dei Consigli Nazionali organizzatori dell’evento. Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI, si è espresso così: “Il nostro è un paese straordinariamente bello ma fragile. Cambiamenti climatici e piogge torrenziali provocano danni ingenti. I fenomeni diventano sempre più frequenti e ciò impone un ripensamento nella progettazione delle opere. La messa in sicurezza del territorio non è più rinviabile, anche considerando il fatto che, sulla base dei nostri dati, prevenire costa circa un quinto di quanto si spende per riparare i danni degli eventi disastrosi”.
E’ intervenuto poi Francesco Violo, Presidente del CNG. “Questa giornata, che contiamo di rendere un appuntamento annuale, nasce dalla volontà di mettere a confronto i tecnici con i rappresentanti delle istituzioni sul tema del rischio idrogeologico - ha detto. Negli ultimi 80 anni sono stati spesi 350 miliardi per riparare i danni causati dagli eventi naturali; sono cifre che raccontano adeguatamente quella che è una vera emergenza. Perché non siamo riusciti a dare una risposta? Non è più tanto un problema di risorse, quanto un problema organizzativo. E’ necessario avviare finalmente un’adeguata pianificazione”.
Nel pomeriggio è intervenuto anche il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. “Gran parte del nostro territorio - ha detto - è a rischio dal punto di vista idrogeologico. Siamo di fronte, anche per un problema demografico, all’abbandono di diversi paesi e l’abbandono causa la mancanza di tutte quelle piccole attenzioni che hanno impatto sullo stato di salute dei nostri territori. In questo quadro dobbiamo dotarci di strumenti nuovi per garantire la governance di questi temi. Occorre chiederci come strutturare un Paese moderno. Non possiamo solo limitarci a gestire i disastri, è arrivato il momento di prevenire”.
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