Prevenire è meglio che curare. Soprattutto quando si parla di rischio idrogeologico e di tragedie annunciate. Per questo il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha dedicato a questa materia un apposito gruppo di lavoro. Scopriamo di più.
Il Tavolo è composto da liberi professionisti, docenti universitari e rappresentanti di Enti istituzionali esperti della materia. Già nell’ambito del primo incontro, il Gruppo ha delineato alcuni elementi essenziali dello scenario che caratterizza un tema complesso e di attualità per il nostro Paese, tenendo conto che oltre il 90% dei Comuni italiani è esposto ad almeno una delle tre seguenti forme di rischio: frana, inondazione o erosione.
Nonostante la molteplicità degli interventi di contrasto al rischio idraulico attuati negli ultimi anni in Italia, persistono notevoli criticità messe in evidenza, ancora una volta, dagli eventi che hanno colpito di recente vasti territori dell’Emilia-Romagna. L’Ispra certifica che negli ultimi 20 anni sono stati investiti 6,6 miliardi di euro per un totale di 6.063 opere in emergenza o di prevenzione. Il Piano Proteggitalia, varato nel 2019, ha reso disponibili 14,3 miliardi di euro per il periodo 2019-2030, mentre il PNRR prevede una dotazione di 2,4 miliardi di euro per misure di gestione del rischio idrogeologico.
“Pur essendo il primo incontro - afferma Domenico Condelli, Consigliere del CNI e coordinatore del GDL -, il Gruppo è stato in grado di elaborare un'agenda di lavoro finalizzata all'elaborazione di un documento da proporre al Consiglio Nazionale. Intendiamo identificare ed esplicitare in tempi brevi alcune criticità, soprattutto a livello di governance e a livello normativo in materia di prevenzione del rischio idrogeologico. Continuiamo ad affrontare casi di emergenza che costano vittime e ingenti danni materiali, senza riuscire a realizzare in modo sistematico ed efficace interventi di prevenzione. L’obiettivo che il Gruppo di lavoro si è dato è di elaborare delle linee guida, che, partendo da alcune problematiche in essere, propongano delle soluzioni attraverso cui il CNI chiederà un'interlocuzione con le istituzioni, affinché la questione del rischio e gli strumenti di prevenzione possano acquisire una reale centralità nelle politiche di gestione del territorio. Sarà un percorso difficile, ma ci poniamo l’obiettivo di produrre in tempi brevi un documento operativo che possa diventare una buona base di discussione”.
Il Gruppo di lavoro ha messo in evidenza come, nonostante gli sforzi messi in campo negli ultimi anni, il Paese si trova ad intervenire prevalentemente in casi di emergenza, quando i danni si sono già manifestati, dedicando relativamente poche risorse ad una programmazione di medio periodo finalizzata ad interventi di prevenzione. E’ questo forse anche il frutto di un sistema di coordinamento degli interventi contro il dissesto idrogeologico, sia a livello centrale che locale, molto parcellizzato, con grande dispendio di energie ed una limitata ed efficace visione del problema.
Anche i sistemi di monitoraggio dei punti critici del territorio scontano alcuni limiti, a cominciare dalla piattaforma Rendis (Repertorio Nazionale per la difesa del suolo), che offre dati di dettaglio sui progetti realizzati e da realizzare, senza garantire una visione sistemica e unitaria degli interventi ammessi a finanziamento, il che non consente ai tecnici di valutare la reale efficacia di opere complesse che intervengono su un territorio che è in continuo cambiamento.
Infine il Gruppo di Lavoro si è chiesto se le conoscenze e le tecniche finora adottate nel campo della prevenzione e mitigazione del rischio idraulico si rivelino del tutto efficaci in presenza di eventi disastrosi sempre più estremi, come quello a cui si è assistito poche settimane fa. Su tale aspetto, che può avere importanti implicazioni sui percorsi di aggiornamento professionale, il Gruppo di è riservato di effettuare un ulteriore approfondimento.
I membri del Gruppo di lavoro
Il Gruppo di Lavoro si compone di professionisti, esperti della materia, che operano in ambiti molto differenti: dalla ricerca legata al rischio idrogeologico alle Autorità di Bacino, dall’Università a grandi imprese per la realizzazione di infrastrutture materiali. Fanno parte del gruppo di lavoro del CNI Domenico Condelli e Deborah Savio, entrambi Consiglieri Nazionali CNI, Raffaele Sannicandro, Commissario Straordinario della Regione Puglia per la mitigazione del rischio idrogeologico, Daniele Spizzichino dell’Ispra, Carmelo Gallo di Sogesid, Marco Casini, Segretario generale Autorità di bacino Appennino Centrale, Rudi Bertagnolli dell’Ordine di Bolzano, Giacomo Furlani dell’Ordine di Pesaro Urbino, Alessio Colombi dell’Ordine di Ferrara, Antonino Mazzullo dell’Ordine di Cagliari, Vincenzo Loria dell’Ordine di Trapani, Giovanni Perillo dell’Ordine di Caserta, Francesco Pistone dell’Ordine di Livorno, Mariarosaria Di Lorenzo dell’Ordine di Roma, Enrico Sterpi dell’Ordine di Genova, Giovani Massone dell’Ordine di Alessandria e Maria Elena D’Effremo dell’Ordine di Roma.
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