I ritardi nei pagamenti sono un grande ostacolo per la nostra economia. E sono gravi soprattutto quando il “cattivo pagatore” è la Pubblica Amministrazione. Come contrastare il fenomeno? Ascoltiamo la voce di Confartigianato.
La Confederazione delle imprese artigiane considera la proposta di Regolamento del Parlamento e del Consiglio europei un valido presupposto per consolidare la lotta ai ritardi e per ristabilire etica e correttezza nei rapporti commerciali tra imprese e tra imprese e Pubblica Amministrazione. Tuttavia ritiene necessari alcuni correttivi per potenziarne l’efficacia.
Le proposte di emendamento sono state illustrate dai rappresentanti di Confartigianato nel corso di un’audizione presso la Commissione Politiche dell’Unione europea della Camera.
L’intervento di Confartigianato in audizione
In particolare, la Confederazione raccomanda attenzione su eventuali allentamenti del termine di 30 giorni per pagare le fatture, in quanto considerato essenziale per garantire alle piccole imprese la certezza dell’incasso e quindi la programmazione di investimenti.
Misure più efficaci vengono sollecitate per quanto riguarda i pagamenti negli appalti pubblici, prevedendo criteri di demerito per escludere i ‘cattivi pagatori’ dall’aggiudicazione delle gare e provvedimenti ad hoc contro i ritardi di pagamento delle pubbliche amministrazioni.
In particolare, Confartigianato indica la necessità di introdurre meccanismi nazionali che realizzino la compensazione tra i crediti che gli imprenditori vantano nei confronti della Pubblica amministrazione con i loro debiti tributari, previdenziali e assistenziali. Per quanto riguarda l’Italia, Confartigianato stima che in un anno i versamenti incassati dallo Stato dalle imprese fornitrici della Pa utilizzabili per la compensazione ammontano a 31,2 miliardi di euro, equivalenti al 50,9% dei 53 miliardi di euro di debiti della Pa nei confronti delle imprese.
Inoltre, contro i ‘cattivi pagatori’, i rappresentanti di Confartigianato chiedono nuovi controlli, coordinati tra i soggetti pubblici, e possibili sanzioni. A questo proposito, auspicano che la nuova autorità di contrasto prevista dalla proposta di Regolamento sia un ente pubblico dotato di uffici periferici affinchè i piccoli imprenditori possano percepirla ‘vicina’ e attenta alle loro esigenze.
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