Negli ultimi giorni abbiamo vissuto un’ondata di caldo estivo, nonostante siamo ancora ad aprile. Le premesse ci portano a pensare che avremo un’estate caratterizzata da temperature molto alte. Un problema per la salute dei lavoratori edili. Come contrastarlo?
“Non si aspetti giugno per il solito decreto emergenziale contro il rischio caldo sui posti di lavoro o per ordinanze, provincia per provincia, regione per regione. Serve ora il decreto per l’estate 2024 e servono interventi strutturali per prevenire i tanti infortuni e malori connessi al rischio caldo anche nei prossimi anni”. Così dichiara in una nota la Segreteria nazionale della Fillea Cgil, il sindacato dei lavoratori delle costruzioni, in vista dell’avvicinarsi dei mesi più caldi.
“Nel 2023 solo a fine luglio e dopo enormi pressioni sindacali fu pubblicato il decreto-legge che introduceva misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica. Il decreto-legge nasceva proprio dalla considerazione della straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per fronteggiare le ondate di calore, un decreto che prevedeva però la scadenza delle disposizioni al 31 dicembre 2023”.
“Peccato - continua la Fillea Cgil - che però il cambiamento climatico c’è e avrà effetti anche questa estate come per le prossime. Il tema deve essere affrontato quindi senza più considerarlo straordinario e indicando già nei prossimi giorni, per l’estate 24 e per le prossime, le norme di riferimento. Questo anche al fine di permettere alle imprese, ai lavoratori e alle istituzioni di poter programmare per tempo gli interventi necessari a tutela della salute”.
Salute lavoratori: la proposta di Fillea Cgil
“Per questo chiediamo di normare definitivamente il riconoscimento per i lavoratori edili e del lapideo della possibilità di Cigo per eventi climatici fuori dal contatore delle 52 settimane massime attualmente previste e chiediamo tutele automatiche per tutti i tipi di lavoratori, dipendenti e autonomi, con l’obbligo per le imprese a rimodulare orari e carichi di lavoro tramite specifici accordi aziendali con le RSU e/o le organizzazioni sindacali territoriali, con particolare attenzione alle piccole aziende”.
“Servono norme inoltre per il riconoscimento, da parte delle Stazioni Appaltanti, di eventuali ritardi nella consegna dei lavori, in caso di interruzione per eventi climatici estremi. Servono poi previsioni specifiche e vincolanti nei documenti alla sicurezza e nella sorveglianza sanitaria, e, nelle situazioni più pericolose, occorre già ora poter prevedere la sospensione delle attività più a rischio, con l’automatica l’accoglienza delle domande di Cigo con comunicazione preventiva a fronte dei bollettini meteo”.